Cronaca


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Strage di Erba, arriva il verdetto

Domani la sentenza della Corte d'Assise d'appello erba_olindo_rosa_296

Martedì 20 aprile, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba il 26 novembre del 2008 a Como, conosceranno la decisione dei giudici della Corte d'Assise d'appello di Milano ai quali hanno chiesto di essere assolti.

Tre possibili decisioni per i due giudici togati e i sei popolari che si ritireranno in camera di consiglio dopo sei udienze: una conferma della condanna all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno, come chiesto dal sostituto pg Nunzia Gatto; una sentenza di assoluzione, oppure una parziale riapertura del dibattimento con l'ingresso di altre prove, sollecitate dai difensori che ancora oggi hanno depositato delle memorie in questo senso.

E la parziale rinnovazione del dibattimento potrebbe comprendere anche una perizia psichiatrica chiesta dalla difesa per due ragioni: accertare la capacità di intendere e di volere al momento del fatto dei due imputati, se i giudici riterranno accertata la loro responsabilità, oppure stabilire se i coniugi fossero suggestionabili quando confessarono di essere gli autori del quadruplice delitto (poi ritrattarono le confessioni, proclamarono la loro estraneita').

Per il sostituto Pg Gatto, è inutile una riapertura del dibattimento perche' ''tutto e' gia stato fatto in primo grado''. ''Raramente - aveva argomentato - ho visto in processi di questo tipo tante e tali prove, una sola delle quali basterebbe per la condanna. Non lasciamoci suggestionare dalle nebbia buttata intorno a questo processo''.

Nessuna pista alternativa, per l'accusa, rispetto a Olindo e Rosa che ''hanno risolto nel sangue i problemi condominiali'' uccidendo, l'11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre della donna, Paola Galli, mentre la loro vicina, Valeria Cherubini fu trucidata perché testimone scomodo sulla scena del delitto. Suo marito, Mario Frigerio sopravvisse e indicò in più occasioni Olindo come suo aggressore. I difensori della coppia hanno sempre puntato a smontare la sua testimonianza, evidenziandone le presunte contraddizioni: Frigerio non avrebbe fatto subito il nome di Olindo, parlando all'inizio di un'altra persona dalla ''carnagione olivastra''.

Il suo è un ''falso ricordo'', accumulatosi nel tempo e quindi non affidabile e, per i difensori, esistono intercettazioni ambientali che dimostrano i tentennamenti del super-testimone, di cui chiedono la trascrizione e l'acquisizione. Le confessioni dei coniugi sarebbero state indotte dai carabinieri che avrebbero consigliato Olindo di raccontare il falso per avere degli sconti di pena.

La difesa chiede infine che sia annullato tutto il processo di primo grado, in Corte d'Assise a Como, a cominciare dal decreto che dispone il giudizio perche' sono stai violati i diritti di difesa, appunto per il mancato deposito di tutto quel materiale.