Il giro d'affari dell'ecomafia è pari a 20,5 miliardi di euro, una cifra che lievita al ritmo di 78 reati al giorno, più di 3 ogni ora. Un 'fatturato' in nero generato dall'impennata delle infrazioni nel settore dei rifiuti (da 3.911 a 5.217) e - anche se calano di poco i reati nel ciclo del cemento (da 7.499 a 7.463) - dal business del cemento 'depotenziato'. Salgono i reati contro la fauna (più 58%) e quelli contro l'ambiente marino. La regione al top dell'illegalità ambientale rimane la Campania con 4874 infrazioni, pari al 17% del totale, mentre al secondo posto si piazza il Lazio soprattutto con l'area del sud Pontino a causa delle infiltrazioni di clan (Latina è la terza Provincia per il ciclo del cemento).
Questo lo stato dell'arte dell'illegalità ambientale nel nostro Paese così come lo racconta il Rapporto Ecomafia 2010 di Legambiente presentato a Roma. L'ecomafia si conferma allora "una holding solida e potente", che a detta di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, "minaccia gravemente il futuro del Paese sottraendo risorse preziose all'economia legale". Secondo il dossier - elaborato sulla base dei dati raccolti dall'attività di tutte le forze dell'ordine e di polizia giudiziaria (dal comando tutela ambiente e tutela patrimonio culturale dei Carabinieri al Corpo forestale dello Stato alla Polizia di Stato e la Direzione investigativa antimafia) - aumentano gli arresti (più 43%), gli illeciti accertati (28.576), il numero delle denunce (33,4%, da 21.336 persone a 28.472) e i sequestri (11%, da 9.676 a 10.737). Il racket degli animali - in base alle stime della Lav - si conferma di 3 miliardi di euro, mentre l'agricoltura vale affari per circa 50 miliardi di euro l'anno (150 reati al giorno).
Rifiuti, a rischio 7,5 mld di opere pubbliche
Schizzano verso l'alto le infrazioni accertate nel ciclo illegale dei rifiuti: da 3.911 nel 2008 a 5.217 nel 2009 (più 33,4%). Allo stesso modo le denunce passano da 4.591 a 6.249 e gli arresti da 2.406 a 2.429. In testa alla classifica rimane la Campania con 810 reati pari al 15,5% del totale. E' sulla base di questi numeri che gli investimenti a rischio in opere pubbliche e gestione dei rifiuti urbani, nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, superano i 7,5 miliardi anche nel 2009. Quello dell'ecomafia, rileva il rapporto, "si conferma sempre più come fenomeno globale" che ha portato a intraprendere sinergie con l'Organizzazione mondiale delle dogane e dell'Ufficio centrale antifrode, soprattutto in un'operazione di controllo contro il traffico illecito di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee) che invece di essere smaltite secondo la legge venivano impropriamente e illegalmente 'riciclate' come si apprende da alcune indicazioni sulle indagini che sono però ancora in corso.
Coldiretti: fa aumentare fino a 4 volte i prezzi della frutta
I prezzi della frutta e verdura arrivano ad aumentare fino a 4 volte (+ 300 per cento) dal campo alla tavola per effetto dei monopoli, delle distorsioni e delle speculazioni dovute anche alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto come dimostrano le recenti indagini. E' quanto afferma la Coldiretti che in riferimento alle attività delle ecomafie in Italia sottolinea come le imprese agricole e i consumatori subiscono l'impatto devastante delle strozzature di filiera su cui si insinua un sistema di intermediazione e trasporto gonfiato e alterato troppo spesso da insopportabili fenomeni di criminalità che danneggiano tutti gli operatori.
Secondo l'ultima indagine conoscitiva dell'Antitrust i prezzi per l'ortofrutta - precisa la Coldiretti - moltiplicano in media di tre volte dalla produzione al consumo ma i ricarichi variano dal 77 per cento nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio) al 103 per cento nel caso di un intermediario, al 290 per cento nel caso di due intermediari, fino al 294 per cento per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale). La moltiplicazione delle intermediazioni, l'imposizione di servizi di trasporto e logistica, il monopolio negli acquisti dai produttori agricoli provocano - continua la Coldiretti - l'effetto di un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell'offerta di ortofrutta. Questi fenomeni di intromissione dell'ecomafia nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti alimentari, carne e ortofrutticoli soprattutto, preoccupano anche perche mettono a rischio la sicurezza alimentare delle produzioni oltre a danneggiare gli operatori sotto il profilo economico. Proprio per tagliare le intermediazioni ed arrivare ad offrire prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori di qualità al giusto prezzo Coldiretti ha lanciato un progetto per la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana attraverso la vendita diretta degli agricoltori con una rete costituite da Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole.
Secondo una studio della Coldiretti l'ecomafia con il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi sviluppano a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro con la criminalità organizzata che in agricoltura opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'Unione europea e caporalato.