di Federica Marino
Giotto si sdoppia ad Assisi, dove a pochi metri dalla Basilica di San Francesco è aperta fino al 5 settembre la mostra virtuale I colori di Giotto, la Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale. La prestigiosa iniziativa, in occasione dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine francescano, mette in risalto il grande lavoro di restauro partito subito dopo il disastroso terremoto del 1997 e continuato fino ad oggi, allargando la prospettiva in chiave hi-tech, fino a riproporre in modo virtuale il ciclo delle Storie francescane.
Due le sedi espositive, a Palazzo di Monte Frumentario e nella Cappella di San Nicola nella Basilica inferiore. Qui, la mostra è in realtà un cantiere aperto: a fianco dei visitatori ci sono i tecnici incaricati di conservare i dipinti murali di Giotto, al contempo conducendo una serie di analisi scientifiche sulle tecniche pittoriche usate per realizzare i dipinti. I lunghi anni del restauro nelle due Basiliche hanno permesso di riscoprirne i capolavori, ricostruendo la genesi di quella che è una delle maggiori testimonianze europee dell’arte gotica e riconoscendone i diversi e prestigiosi apporti: il Maestro Oltremontano e quello detto “di San Francesco” e poi Cimabue, Jacopo Torriti, Giotto e la sua bottega e successivamente Pietro Lorenzetti e Simone Martini.
Dalla Cappella di San Nicola si può salire nella Basilica superiore, ad ammirare le Storie francescane che, dice il Custode del Sacro convento di Assisi padre Piemontese, sono “il primo film a colori su San Francesco”. Film d’epoca, e dopo tanti secoli tutto da ricolorare: è questa la sfida digitale della seconda parte della mostra, che nel Palazzo di Monte Frumentario ripropone i colori degli affreschi come dovevano essere appena usciti dal pennello: blu, bianco e violetto, colori sgargianti a confronto con quelli resi opachi dal tempo. Al visitatore il gusto del confronto, grazie al touchscreen che accosta reale e digitale: sugli otto grandi schermi interattivi si può anche zoomare sui particolari: a cura dell’’Istituto Centrale del Restauro i diecimila scatti digitali che come tessere di un mosaico riproducono centimetro per centimetro tutti i 28 quadri del ciclo. E se guardare da vicino non basta, si può sempre entrare in un dipinto, come succedeva in un film di Kurosawa del 1990. In “Sogni”, il protagonista finiva nei colori e nelle spirali delle tele di Vincent Van Gogh, ad Assisi è possibile assistere all’udienza concessa a Francesco e ai suoi frati da Papa Innocenzo III, per confermare la Regola del nuovo ordine religioso. Anche in questo caso è la tecnologia digitale, firmata CNR, a fare il miracolo: spazi, oggetti e personaggi sono stati riprodotti in 3D e in scala 1:1, e poi proiettati su uno schermo di venti metri quadrati. Lo spazio davanti al maxischermo fa da palcoscenico per il visitatore, che muovendocisi dentro provoca l’aggiustamento in tempo reale delle immagini, a partire dal suo punto di vista.. A ogni movimento del visitatore, quindi, la scena “si muove” con lui, dandogli appunto la sensazione di essere dentro l’affresco.
La mostra, è certamente un’occasione per riscoprire il talento di chi affrescò le Basiliche, rendendo immortali la storia del Santo di Assisi. Oltre la storia dell’arte, rileva ancora padre Piemontese, c’è anche una chiave di lettura spirituale, senza dubbio coerente con il luogo e il contenuto dell’evento. “Siamo convinti – dice padre Piemontese - che la bellezza degli affreschi di Giotto, oltre che elevare la mente e riscaldare il cuore, rappresentino una spinta verso Dio”, per una nuova forma di divulgazione dei valori francescani, ancora vivissimi a ottocento anni dalla nascita dell’Ordine.