Benedetto XVI chiude la visita a Cipro


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Il Papa: basta tensioni in Medioriente

'Altrimenti si rischia bagno di sangue' papa_cipro_296

Stretti tra il fondamentalismo islamico, l'autoritarismo di molti regimi dell'area e l'occupazione ''ingiusta'' dei territori palestinesi da parte di Israele, i cristiani arabi, iraniani, turchi sono costretti alla fuga e la loro scomparsa mette in pericolo non solo l'identità della Chiesa, che nel Medioriente affonda le sue radici, ma anche un futuro di democrazia e pluralismo per l'intera area.

E' il monito di fondo lanciato dal documento vaticano, l'Instrumentum Laboris del prossimo Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente, presentato stamattina a Cipro da papa Benedetto XVI.

Nel testo si osserva che dalla capacità di costruire una convivenza con i musulmani, con i quali i rapporti sono spesso ''difficili'', dipende in gran parte ''il nostro futuro''. Il documento, una quarantina di pagine tradotte in inglese, francese, italiano e arabo, invoca l'attenzione del mondo verso il ruolo fondamentale dei cristiani mediorientali, ma, allo stesso tempo, chiede alle comunità locali di trasformarsi in ''minoranze attive'' e non ''ghettizzate'', di superare le divisioni liturgiche e le rivalità tra le varie chiese cattoliche orientali, di migliorare la propria formazione umana e spirituale, e di recuperare la trasparenza nella gestione del denaro. Denuncia il fondamentalismo islamico, ''una minaccia per tutti'', rigetta ogni tentazione di antisemitismo, ma osserva che il dialogo con gli ebrei ''non è facile''.

CRISTIANI GARANTI DEMOCRAZIA, MONDO LI DIFENDA - I cristiani del Medio Oriente rappresentano ''una ricchezza'' non solo per la Chiesa ma per l'intero mondo democratico. E' dunque una ''grave responsabilità'' la loro difesa, spiega il documento, denunciando come ''nel gioco delle politiche internazionali si ignora spesso la loro esistenza''. I cristiani - ricorda l'Instrumentum laboris - ''appartengono a pieno titolo al tessuto sociale e all'identità stessa'' della regione, sono stati ''i pionieri della Nazione araba'' e la loro scomparsa rappresenterebbe ''una perdita per il pluralismo del Medio Oriente''. In particolare i cattolici - esorta il Vaticano - ''sono chiamati a promuovere il concetto di 'laicità positiva' dello Stato per ''alleviare il carattere teocratico'' di alcuni governi e permettere ''più uguaglianza tra i cittadini di religioni differenti favorendo così la promozione di una democrazia sana''.

DA RAPPORTI CON ISLAM, DIPENDE NOSTRO FUTURO - ''Le relazioni tra cristiani e musulmani sono, più o meno spesso, difficili soprattutto per il fatto che i musulmani non fanno distinzione tra religione e politica, il che mette i cristiani nella situazione delicata di non-cittadini'', si legge nel testo. Il documento rilancia tuttavia un giudizio di Benedetto XVI: ''il dialogo interreligioso e interculturale fra cristiani e musulmani non può ridursi ad una scelta stagionale. Esso è infatti una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro".

OCCUPAZIONE ISRAELIANA INGIUSTA E DESTABILIZZANTE - ''Da decenni, la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l'egoismo delle grandi potenze hanno destabilizzato l'equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione'', denuncia il documento che ribadisce come l'occupazione israeliana sia ''un'ingiustizia politica imposta ai palestinesi'', che nessun cristiano può giustificare con pretese teologiche, come fanno alcuni movimenti neo-evangelici sionisti. Nel ribadire la condanna per ogni forma di antisemitismo, la Chiesa definisce il dialogo con gli ebrei ''essenziale, benché non facile''.