I film del week end


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Bright star

di Sandro Calice

BRIGHT STAR

di Jane Campion. Australia, Francia, Gran Bretagna 2009 (01 Distribution) Ben Whishaw, Abbie Cornish, Paul Schneider, Thomas Sangster, Jonathan Aris, Samuel Barnett, Antonia Campbell-Hughes, Samuel Roukin, Roger Ashton-Griffiths.


Jane Campion ci racconta la delicata storia d’amore tra il poeta romantico John Keats e Fanny Brawne, dove la poesia, dice la regista, “ha fornito l’ispirazione per la struttura della storia, che è come una ballata, una sorta di poema storico”.

Londra 1818. Il ventitreenne John Keats (Whishaw) vive col suo amico poeta Brown (Schneider) e accudisce il fratello gravemente malato. Fanny Brawne (Cornish) è una giovanissima studentessa di moda. Si conoscono quasi per caso, si innamorano, di un amore spaventato, casto, fatto di distanze e silenzi, perché Keats non ha dote, viene mantenuto e protetto - in modo anche “morboso” - da Brown e non potrebbe sposare Fanny. Ma è amore, più forte delle convenzioni e dei divieti, che diventa sogno, inebrianti passeggiate, mani sfiorate, pianti e sofferenze, partenze e ritorni, e ovviamente poesia. Keats scriverà tre dei suoi componimenti più belli: “Ode on a grecian urn”, “Ode on Melancholy” e “Ode to a Nightingale”. Fino alla malattia. La tubercolosi lo colpisce nel 1820 e gli amici organizzano una colletta per mandarlo a Roma, sperando che il clima caldo possa aiutarlo. Lontano da Fanny, le scriverà lettere di struggente passione. Ma non la rivedrà mai più. Morirà a Roma nel 1821, a soli 25 anni. Fanny non aveva nemmeno 20 anni.

Sarebbe bello se questo delicato film di Jane Campion (“Lezioni di piano”) fosse un film sulla poesia. C’è in realtà un punto cardine del racconto che pone la domanda se l’artista abbia bisogno di una asettica e sofferente solitudine per creare o se l’atto creativo sia piuttosto stimolato quando l’anima è contaminata - e turbata - dalle passioni e dal grande amore in particolare. Ma la suggestione finisce qui. Il film, per il resto, sembra un elegante, raffinato, ben recitato esercizio di maniera. La cosa affascinante è che la regista ricostruisce la storia dal carteggio tra i due amanti, con una particolarità: Fanny conservò circa una quarantina di lettere di Keats, mentre lui incaricò i suoi amici di distruggerle tutte. Nonostante questo, la Campion racconta la storia d’amore dal punto di vista della ragazza. Il risultato, grazie alla bravura di regista e interprete, è un personaggio pieno e coinvolgente. Ma poi è come se la storia seguisse esattamente l’andamento umorale e spezzettato di uno scambio di lettere tra due innamorati. Per romanticoni a prescindere.