di Elisabetta Tanini
Scelte difficili e coraggiose. Sono quelle che chiede la presidente dei Giovani di Confindustria, Federica Guidi, che alla 40esima Assemblea annuale a Santa Margherita Ligure lancia la proposta di un nuovo patto sociale. “Non un assegno in bianco”, spiega, ma un'assunzione di responsabilità da parte di tutti: politici, imprenditori, cittadini.
La situazione dell'Italia sotto il profilo economico-finanziario "è grave e seria" e la "manovra che è stata presentata a maggio non lascia spazio a dubbi", prosegue la Guidi , "sappiamo anche che i sacrifici non finiscono con la manovra". In questa fase è fondamentale coniugare la tenuta dei conti con gli stimoli per la ripresa. “Senza il rigore siamo un Paese spacciato. Ma senza crescita siamo un Paese morto", spiega la presidente. "Mai come in questo momento -esorta- ci vuole assoluto rigore nei conti pubblici, ma mai come in questo momento andrebbe messa in campo tutta la forza di quelle riforme che il Paese aspetta da anni, e che possono riaccendere l’economia: le liberalizzazioni, una riforma fiscale, che anche a parità di saldi almeno razionalizzi gli adempimenti, un importante snellimento e semplificazione della pubblica amministrazione, proseguendo e rafforzando gli sforzi del ministro Brunetta".
Federalismo fiscale. Per la presidente il processo "sarà fondamentale", deve, però, essere pensato non solo sui saldi, ma anche su un intelaiatura di regole che assieme garantiscano responsabilizzino le autonomie.
Pensioni. L’età di pensionamento non può essere “solo la conseguenza dei richiami dell’Ue. Serve invece, secondo la Guidi, una riforma per rimettere al centro del Welfare il principio di “giustizia distributiva tra le generazioni”.
I Giovani industriali assicura la Guidi sono pronti a fare la loro parte. Proprio a loro il presidente della Ferrari, Montezemolo chiede una scossa: “Pensare che i problemi dell’Italia siano tutti da addebitare solo alla politica è sbagliato. Non si può stare solo in tribuna a dire che le cose non vanno senza poi andare in campo”. “Abbiamo bisogno di una classe dirigente civile che abbia la capacità di prendere posizioni – aggiunge- ma non ci si può sempre lamentare bisogna anche dare un contributo perchè le cose cambino veramente”, perché il nostro è un Paese bloccato”.