Nel clima festoso che circonda i Mondiali di calcio, in Sudafrica oggi ricorre l'anniversario di una delle pagine più cupe dell'era della segregazione razziale. Il 16 giugno di 34 anni fa, infatti, centinaia di giovani studenti neri, scesi in strada nella township di Soweto per protestare contro la pessima qualità dell'istruzione e l'imposizione dell'afrikaans dei bianchi come lingua d'insegnamento, furono uccisi dalla polizia.
Per ricordare le vittime del 1976 e i diritti negati all'infanzia di tutto il continente, nel 1991 l'Unione Africana ha scelto di celebrare ogni 16 giugno la Giornata mondiale del bambino africano.
Molti dei milioni di bambini africani che non riescono a sopravvivere fino a 5 anni potrebbero essere salvati con maggiori investimenti in servizi sanitari di base e infrastrutture. ‘Investire sui bambini oggi produrrà vantaggi per le prossime generazioni’, ha detto Anthony Lake, Direttore generale dell'Unicef. ‘Così si contribuirà a salvare la vita di circa 4,5 milioni di bambini africani sotto i cinque anni che muoiono ogni anno per cause in gran parte prevenibili’.
Prosegue quindi in Italia la campagna di raccolta fondi ‘Un gol per l’Africa, promossa dalla Figc per sostenere gli interventi di Amref e Unicef su temi come la prevenzione medico-sanitaria, il diritto all’istruzione e l’accesso all’acqua delle popolazioni del continente. Per tutta la durata dei Mondiali chiunque può sostenere ‘Un gol per l’Africa’ inviando un sms al 45503 da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3 e Coop Voce, o telefonando allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, per donare due euro a sostegno dei progetti di educazione e formazione di Amref e Unicef in Africa.
Attraverso una serie di dichiarazioni e di obiettivi, i governi africani si sono impegnati negli anni a destinare il 15% del loro bilancio nazionale per la salute, il 20% per l'istruzione, il 10% per l'agricoltura e lo 0,5% del PIL per acqua e servizi igienico-sanitari.
Alcune nazioni africane – anche a basso reddito – hanno fatto passi in avanti per raggiungere i loro obiettivi di bilancio e fiscali, investendo sullo sviluppo umano, nella sanità e nell'istruzione. Attraverso investimenti strategici per la sopravvivenza e il benessere dei bambini, anche paesi con risorse limitate – come il Malawi – sono riusciti a ridurre notevolmente i tassi di mortalità infantile.
Negli ultimi anni, i tassi di frequenza scolastica nell’Africa sub-sahariana sono aumentati molto velocemente e paesi come Benin, Etiopia, Mozambico e Repubblica Unita della Tanzania hanno registrato rapidi progressi. Tuttavia, questi risultati non sono sufficienti: almeno 45 milioni di bambini nell'Africa sub-sahariana ancora non frequentano la scuola.