José Saramago, nato in una povera famiglia il 16 novembre 1922 a Azinhaga, esordisce come narratore che si ispira al realismo socialista ('Terra do pecado' del '47). Comunista sin da giovane e oppositore di Salazar, abbandonati gli studi per motivi economici, ha varie occupazioni prima di divenire giornalista al supplemento letterario del 'Diario de Lisboa'. Dopo la Rivoluzione dei Garofani nel '74 e essere stato nel '75 vicedirettore del 'Diario de noticias', lascia la professione e si dedica alla sola attività di scrittore. Pubblica allora alcuni volumi di poesia, un dramma teatrale e cronache tra attualità e riflessione, e, nel 1980, 'Una terra chiamata Alantejo', saga rurale d'impianto tradizionale in cui però, pian piano, le storie reali cominciano a svilupparsi assieme a quelle ipotetiche.
E' il momento d'inizio del Saramago nuovo e più importante e del suo particolare stile, in cui si fondono narrazione e discorso diretto di più personaggi come un flusso unico, in cui tutto riesce misteriosamente distinguibile senza eccessi e maniera barocca, conservando una lucida modernità, una dialettica coinvolgente per il lettore su note ironiche e di una serena ma profonda malinconia esistenziale. Le sue ultime opere pubblicate in Italia nel 2010 sono 'I quaderni di Lanzarote' per Einaudi e 'Caino' per Feltrinelli, casa editrice alla quale approda dopo aver lasciato polemicamente la prima.
Con la Einaudi Saramago era entrato in contrasto dopo che la casa editrice aveva rifiutato di pubblicare 'Il Quaderno', raccolta di scritti apparsi sul blog dello scrittore nei quali c'erano espliciti attacchi a Silvio Berlusconi, edito poi nel 2009 da Bollati Boringhieri con la prefazione di Umberto Eco.
José Saramago ha rappresentato la letteratura portoghese d'oggi, che lui, grazie al Nobel ricevuto nel 1998, ha posto all'attenzione internazionale, aprendo la strada anche a altri autori: da Lobo Antunes a Cardoso Pires. I romanzi di Saramago hanno le loro radici in quella cultura che mostra di aver sempre giocato su un confine labile tra storia e sogno (che c'era già in quel poema nazionale portoghese che è 'Luisiadi' di Camoes), tra realtà e fantasia che può portare a approfondimenti del vero così come appare e sino a una vera e propria visionarietà dalle volute barocche.
Una convinzione propria del suo costruire frequentemente narrazioni legate a particolari momenti storici, ma che nel profondo opera in tutti i suoi libri, nella sua vena sostanzialmente realista, ma di un realismo che finisce per comprendere tutte le realtà umane, comprese le proiezioni mentali e fantastiche. Esemplari in questo senso i suoi romanzi più celebri, da quello che per primo lo rese noto all'estero, 'Memoriale del Convento', a 'L'anno della morte di Riccardo Reis' (omaggio a Pessoa), sino ai più celebri e amati, da 'Cecità' a 'Tutti i nomi', cui si aggiungono 'La caverna', 'La zattera di pietra', 'Le intermittenze della morte', 'L'uomo duplicato', 'Le piccole memorie', per citare i titoli principali.
In Italia Saramago ha avuto particolare fortuna, due lauree honoris causa a Roma e a Siena, varie trasposizioni teatrali, l'omaggio di due Meridiani Mondadori di Romanzi e racconti. Particolare eco hanno avuto poi nel nostro paese i suoi scontri col Vaticano, che per 'Memoriale' e poi per il suo teatrale 'La seconda vita di Francesco d'Assisi' (in cui il santo continua la sua predicazione in un mondo in cui le sue parole non risuonano più) lo ha bollato come 'vetero- comunista'. ‘Rispetto molto i credenti, ma - replicò - non ho alcun rispetto per il Vaticano, che è un amministratore della fede’. Fedele alla sua idea che ‘gli intellettuali, più sono in vista, più hanno il dovere di esporsi per protestare e denunciare le ingiustizie.
I suoi romanzi più letti non a caso sono quelli in cui si critica la società di oggi, il mondo consumista e capitalista. 'Cecità' è una storia d'oggi dove tutto è vissuto da una serie di persone che, per un'epidemia, divengono cieche evidenziando quanto di irrazionale e suicida c'è nel comportamento dell'uomo. 'Tutti i nomi' racconta l'amore di un archivista per una donna sconosciuta: attraverso labirinti borgesiani e situazioni kafkiane si inseguono anche fantasmi mentali che pure hanno una loro storia concreta.
'L'uomo duplicato' affronta, in tempi di grandi migrazioni e immigrazioni, il problema dell'altro, che poi è molto simile a noi stessi, nella nostra molteplicità d'essere. 'La caverna' racconta di un artigiano, il vasaio Algor schiacciato dalle produzioni di plastica in serie e che mostrerà come la gente stia perdendo il contatto con la natura e la realtà.