di Luigi del Giudice
L’allarme sugli aumenti costanti e, sempre più elevati, sulle assicurazioni delle automobili smuove anche le istituzioni. La commissione Industria, commercio e turismo del Senato ha deciso, su proposta del suo presidente, Cesare Cursi, di avviare un’indagine. Cursi, allarmato dalla continua escalation di aumenti, si dice estremamente preoccupato e decide di indagare per “i numerosi e convergenti segnali di una crescita troppo elevata dei premi assicurativi”. “E’ un’indagine – spiega Cursi a Televideo - che ha un duplice obiettivo: da una parte vuole garantire il consumatore e dall’altra vuole essere l’inizio di una moralizzazione di questo mercato, soggetto a norme cogenti e sanzioni. Sono convinto – aggiunge - che servirà a moralizzare. Inoltre, darà anche una mano a quelle aziende che sono in serie difficoltà. Ma, cosa da non trascurare, l’indagine servirà a rendere l’assicurazione RC Auto il più trasparente possibile”. Poi, ci conferma che questa moralizzazione riguarderà anche il modo di agire delle compagnie di assicurazioni nei risarcimenti. Il presidente Cursi precisa che a fine aprile ha avuto modo di segnalare uno studio del Ministero dell’Economia sui prezzi in Europa. Secondo lo studio, l’Italia negli ultimi 13 anni, caso unico, ha incrementato i prezzi delle polizze auto del 131%, contro il 16,5% della Francia. Anche gli altri Paesi europei, pur non avendo incrementi come quello francese, sono sempre molto, anzi troppo, lontani dagli aumenti registrati in Italia. Ecco i dati: Germania, 30%; Spagna, 67%; Regno Unito, 78%. La media dei Paesi europei si attesta al 35,3%.
L'RCA in Italia è la più cara d'Europa
Cursi rileva che “l’effetto incrementativo è stato causato soprattutto dalle polizze RCA” per poter concludere che “un automobilista italiano ha pagato l’assicurazione quasi quattro volte più di quello europeo”. Cursi dice di essersi convinto, anche per i dati emersi nella relazione annuale dell’Isvap (autorità di controllo delle assicurazioni), che, anziché una semplice audizione dell’Isvap a scopo informativo, è preferibile una formale indagine parlamentare. “La commissione – precisa - dovrà verificare se le differenze tariffarie siano o meno giustificate, come si sente dire in ambienti assicurativi, dai maggiori rischi del mercato italiano, o, se invece, non vi siano anche e soprattutto effetti di inefficienza e scarsa competitività e trasparenza del settore. Anche perché, stando alla relazione Isvap, la raccolta premi è cresciuta a 118 miliardi di euro, circa un terzo in più rispetto all’anno precedente”. Questo e altri motivi, tutti frutto di un’analisi della relazione dell’Istituto di vigilanza, convincono il presidente Cursi che “sembrano esserci tutti i presupposti per un’indagine generale sull’RC Auto”.
Cursi ricorda, poi, che dalla liberalizzazione delle tariffe, luglio 1994, ci si aspettava più una diminuzione, per la concorrenza, che questa serie continua di aumenti. In Italia, ci sono 48 milioni di veicoli, di cui 36 milioni sono automobili, e che, essendo obbligatoria la RCA, “l’assicurazione costituisce un settore di importanza fondamentale, che incide sulla spesa delle famiglie. Inoltre, la spesa per l’assicurazione dell’auto costituisce una voce di rilievo nel paniere di beni utilizzato per l’indicatore dell’inflazione”. L’indagine della commissione si svolgerà con un ciclo di audizioni di tutti i settori che operano nel mondo dell’assicurazione. Ci auguriamo sia sufficiente a riportare i prezzi alla normalità. Almeno a quelli della media europea, il cui confronto non dovrebbe essere fatto per un motivo opposto. Dovremmo essere al di sotto della media europea se si considera che gli stipendi medi degli altri paesi europei è di due, anche tre, volte superiore a quelli italiani. La voce a favore delle Assicurazioni
Vittorio Verdone, direttore del settore Auto dell’Ania, l’associazione che raggruppa le imprese di assicurazione, difende le assicurazioni. “C’è una necessità di recuperare risorse perché si è determinato uno squilibrio nei conti tecnici del settore RCA” –dice a Televideo. Verdone aggiunge che “i problemi sono gli elevati costi dei risarcimenti, che dipendono da un numero abnorme di sinistri e da un numero iperbolico di infortunati per lievi lesioni che non si riscontrano neppure a un corretto esame medico-legale”. Ma non è possibile, gli chiediamo, anziché aumentare le entrate, contenere i costi? “Sì, dovrebbero diminuire i costi impropri, cioè le esagerazioni sui risarcimenti, e moderare i fenomeni speculativi, favoriti da un sistema giuridico-legislativo e giudiziario non in linea con quelli esistenti in altri paesi. Quindi gli chiediamo se nella gestione dei sinistri c’è malcostume e se il comportamento delle assicurazioni sia giusto.
“No. – risponde. Non c’è malcostume. Magari inefficienze che si possono recuperare”. Quanto alle indagini avviate dalla commissione del Senato, Verdone è sicuro che “consentiranno di spiegare nel dettaglio le cause e le distorsioni nella struttura dei costi”. Verdone, infine, riferendosi alle parole di Cursi sulla moralizzazione, auspica che “questa moralizzazione possa presto diffondersi anche nei comportamenti dei consumatori e di tutte le categorie professionali che intervengono nella liquidazione dei sinistri”. Ce lo auguriamo.
L’allarme lanciato da Ansaldo già nel 2003 C’è, poi, chi l’allarme del caro assicurazioni l’aveva lanciato a voce alta già parecchio tempo fa. E’ Roberto Ansaldo, presidente nazionale dei carrozzieri di Confartigianato. E’ favorevole all’indagine parlamentare e auspica essa porti a svelare “quei meccanismi delle assicurazioni che tendono solo a penalizzare l’utente o il danneggiato”. Ansaldo ricorda quando chiese, nel 2003, l’intervento del Garante per la concorrenza e del mercato, Giuseppe Tesauro, “per denunciare le incongruenze del settore assicurativo che si ripercuotono sempre a danno degli utenti e dei consumatori”. Ansaldo auspica che “l’indagine del Senato possa essere l’avvio di una presa di conoscenza a più ampio raggio, che comprenda anche la gestione delle riserve, la qualità del servizio e riguardi anche alcune norme, più volte dichiarate incostituzionali, del Codice delle assicurazioni”.
Ansaldo, poi, si augura che “le indagini del Garante della concorrenza e della commissione del Senato portino a benefici concreti per le tasche degli utenti”. Prima di concludere, ricorda l’interesse che l’ANC Confartigianato mostra da anni e anni nella vicenda dell’RCA. In particolare, ricorda le richieste al Garante per analizzare e chiarire alcune delle risultanze emerse dall’indagine conoscitiva fatta dal Garante nel 2003. Tra le cause emerse allora sugli aumenti, precisa Ansaldo, “c’era già la scarsa trasparenza e il mancato adeguamento alle esigenze dell’utente, che penalizzano il mercato, e il condizionamento che viene dal rapporto diretto tra il carrozziere e l’assicurazione.