Nuovo passo avanti per i biocarburanti. Per la prima volta nella storia mondiale dell' aviazione un elicottero (dell'aereonautica militare olandese) ha volato utilizzando una miscela composta al 50% da bio kerosene e al 50% da carburante standard per l'aviazione. L'impresa è durata venti minuti ed è stata compiuta da un Boeing AH-64D Apache nella base aeronautica di Gilze-Rijen.
Fa parte di un programma, lanciato in collaborazione tra Boeing e Aviazione Reale militare olandese (Rnlaf), per dimostrare come sia tecnicamente possibile alimentare gli elicotteri con biocarburanti sostenibili, che non incidono sull'uso delle coltivazioni alimentari e dell'acqua. Il carburante verde utilizzato è stato infatti prodotto per il 10% a partire da alghe e per il restante 90% da oli usati.
Nel volo dell'elicottero a biocarburante, vista la perfetta compatibilità con le caratteristiche specifiche richieste per l'Apache, non è stato necessario prevedere nessuna modifica ne' nella cellula ne' sul motore del velivolo. Il volo del Boeing AH-64D rientra in un programma della Rnlaf per testare l'uso dei biocarburanti nell'aeronautica e risponde all'impegno del ministero della Difesa olandese di ridurre l'impatto ambientale dei propri velivoli.
La Boeing non è nuova alla ricerca sui biocarburanti sostenibili per l'aviazione. Nel novembre 2009 ha già fornito il supporto tecnico alla Klm per un volo con biocarburanti di un Boeing 747 e quest'anno, in occasione del giorno della terra, di un volo, sempre con carburanti verdi, dell' F/A-18 Super Hornet della marina statunitense.
L’esperimento dell’aviazione militare olandese va incontro alle recenti decisioni in materia di biocarburanti prese dall’Unione Europea. Per svilupparne l'impiego e il mercato dei biocarburanti infatti, la Commissione Ue ha deciso di incoraggiare l'industria, i governi e le Ong a istituire sistemi volontari di certificazione per i biocarburanti. I certificati devono garantire che tutti i biocarburanti venduti con questa etichetta siano sostenibili e prodotti secondo i criteri fissati dalla direttiva sull'energia da fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda la difesa della natura la Commissione ha inteso identificare quali tipi di terreni non devono essere utilizzati per la produzione di biocarburanti: in particolare le foreste naturali, le aree protette, le zone umide e le torbiere. La Commissione esclude esplicitamente che le foreste possano essere convertite in piantagioni di palme da olio.
Solo i biocarburanti che soddisfano le condizioni previste verranno contabilizzati ai fini degli obiettivi nazionali che i 27 Stati membri dell'Ue sono tenuti a raggiungere entro il 2020 a norma della direttiva 2009 sull'energia da fonti rinnovabili.
Oltre a rispettare i criteri di sostenibilita', i biocarburanti dell'Ue devono dimostrare di essere conformi alle norme ambientali e ai requisiti agricoli dell'Ue, che includono la cura del paesaggio, la protezione dei suoli contro l'erosione e la gestione dell'uso delle acque.