La nuova Unione doganale tra Russia, Kazakhstan e Bielorussia, entrata in vigore giovedì 1° luglio, spalanca un nuovo mercato unico di 170 milioni di abitanti al confine con la Ue e formidabili opportunità per il made in Italy, grazie anche al nuovo corridoio ferroviario Portogruaro-Brest.
''Una scelta storica'', ha commentato il premier Vladimir Putin, che pensa già al futuro spazio economico comune nel 2012 e a una moneta unica, ricordando che le porte restano aperte per altri Paesi ex Urss, a partire dall'Ucraina. Una ''grandissima occasione'', quando diventera' pienamente operativa, gli fanno eco l'Istituto per il commercio con l'estero (Ice) e il mondo imprenditoriale italiano moscovita.
Ma, per ora, si tratta di una falsa partenza, in pieno caos. Minsk non ha ancora approvato il nuovo codice doganale per una serie di controversie con Mosca, il parlamento russo l'ha approvato solo in prima lettura e per la terza bisognerà attendere l'autunno, senza contare i successivi decreti attuativi. Nel frattempo operatori economici, russi e stranieri, nonché il servizio doganale si interrogano sul da farsi in questo limbo che rischia di aumentare la discrezionalità e quindi la zona nera della corruzione o comunque delle complicazioni burocratiche. Tanto che molte società hanno preferito aumentare l'import nei mesi precedenti per evitare i problemi iniziali dell'Unione doganale, cosa che dovrebbe influire positivamente anche sull'interscambio commerciale del nostro Paese con la Russia, alla vigilia del Consiglio di cooperazione economica a Mosca il 6 luglio con il ministro degli Esteri Franco Frattini.
Il servizio doganale ha lanciato una linea telefonica in servizio 24 ore su 24 per fornire informazioni e ha pubblicato alcune istruzioni sul suo sito, ma diversi dirigenti dei punti di controllo hanno confessato di non aver ricevuto alcuna indicazione e di continuare ad operare come prima.
Intanto si spera che il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko annunci il suo ripensamento il 5 luglio nel vertice a tre di Astana: Minsk vuole negoziare ancora perché si vede aumentare i dazi sulle auto e mantenere quelli sull'esportazione di petrolio russo. Nella nuova Unione doganale, infatti, il nuovo sistema tariffario unificato utilizza oltre il 90% dei dazi russi, livellandoli verso l'alto.
''Ci vorranno almeno 6-12 mesi per superare tutte le attuali incertezze e difficoltà, ma poi sarà una immensa opportunità, soprattutto per il made in Italy'', sottolinea all'ANSA il direttore dell'Ice di Mosca Roberto Pelo, che per ora consiglia agli esportatori di sdoganare nel Paese destinatario della merce per evitare una doppia dogana. ''Alle frontiere con la Ue - osserva - si apre un mercato immenso che arriva al confine con la Cina. E la Bielorussia puo' diventare per l'Italia una ottima piattaforma logistica da dove distribuire i prodotti, grazie alla nuova linea ferroviaria merci da Portogruaro a Brest, al confine con la Polonia, dove sorgerà un distretto industriale in prevalenza italiano''. Tanto che l'Ice pensa di aprire un nuovo ufficio a Minsk, dove ora ha due corrispondenti.
Uno dei problemi che potrebbero emergere, secondo alcuni operatori, è quello della lotta alla contraffazione: Astana ha attenuato la sua legislazione in materia e, se dovesse farlo anche la Russia, nell'ambito dell'armonizzazione doganale il Kazakhstan potrebbe diventare il cavallo di troia dei temuti falsi cinesi, con possibili effetti sul made in Italy.