Il cibo è l'aspetto più rappresentativo dell'identità nazionale degli italiani per la metà degli intervistati del sondaggio promosso da Coldiretti per i 150 anni dell'unità d'Italia.
La tavola – evidenzia l'indagine illustrata in occasione dell'assemblea nazionale dell'organizzazione agricola - con il 50 per cento delle preferenze precede l'arte e la cultura (24 per cento), la moda (11 per cento), mentre in fondo alla lista si classifica il calcio con appena il 2 per cento, superato dalla scienza e dalla tecnologia (4 per cento).
L'agroalimentare italiano - sottolinea la Coldiretti – in pochi anni ha saputo conquistare primati mondiali e diventare simbolo e traino del Made in Italy, facendo leva sulla diversità e sul forte legame con il territorio. L'agroalimentare rappresenta oggi il 15% del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro. L'export ha raggiunto circa 25 miliardi di euro nel 2009.
Dall'unità di Italia ad oggi l'agroalimentare italiano, che significava arretratezza e fame, è diventato in tutto il mondo - sostiene la Coldiretti - il simbolo di uno stile di vita di successo fondato su qualità e benessere, nonostante la popolazione agricola si sia ridotta di oltre dieci volte, passando da 11 milioni a poco meno di un milione di imprese.
Coldiretti sottolinea anche ''l'impulso decisivo'' dato alla crescita dell'agricoltura nel dopoguerra dal fondatore dell'organizzazione agricola, Paolo Bonomi.
Nato cento anni fa, il 6 giugno 1910, a Romentino in provincia di Novara, Bonomi - sottolinea Coldiretti - è riuscito a dare ''a milioni di coltivatori italiani e alle loro famiglie, fino allora più o meno dimenticati e ai margini della società, una identità precisa e un sistema giuridico e normativo al pari degli altri cittadini italiani''.