''Si', è vero, adesso siamo una squadra organizzata in cui anche la difesa gioca molto bene, anche oggi hanno fatto un grande lavoro e così possiamo vincere, se continuiamo così possiamo arrivare fino in fondo''. La previsione fatta dall'interista Wesley Sneijder dopo la vittoria della sua Olanda sul Brasile ai quarti di finale dei Mondiali, si è avverata, almeno per quanto riguarda l'accesso alla finale.
Una finale che sarà tutta europea: gli Orange se la giocheranno, domenica a Johannesburg, contro la vincitrice della sfida tra Germania e Spagna. Sneijder è il motore della nuova Arancia Meccanica delle meraviglie, e il centrocampista dell'Inter spiega indirettamente le somiglianze con quella grande epopea del calcio totale targato Cruijff e compagni che, negli anni Settanta, rivoluzionò il modo di giocare e di concepire il calcio.
Dopo il favorito Brasile, l'organizzazione e l'efficienza dell'Olanda ha avuto ragione del solido Uruguay, unica sudamericana rimasta in lizza di quattro presentatesi ai quarti. E gli Orange, dopo aver raggiunto per la quarta volta le semifinali, sono riusciti ad arrivare - come nel 1974 e nel 1978, proprio all'epoca dell'Arancia Meccanica di Johan Cruijff - alla finalissima.
In entrambi i casi, l'Olanda perse contro i padroni di casa (1-2 contro la Germania Ovest nel 1974, 1-3 dopo i tempi supplementari contro l'Argentina quattro anni dopo). A Francia 1998, invece, gli Orange vennero sconfitti in semifinale dal Brasile ai rigori (2-4 la serie dal dischetto per la Selecao, dopo l'1-1 al 90' e 120'). In quel torneo l'Olanda dovette accontentarsi del quarto posto, sconfitta 1-2 dalla Croazia nella finale di consolazione.
A Sudafrica 2010, l'Olanda ha conquistato il traguardo della finalissima stabilendo il record delle sei gare consecutive vinte, performance che ai Mondiali non era mai riuscita (nel 1974 gli stessi Orange ne avevano inanellate cinque). Ora è di nuovo alla portata degli olandesi il record più importante, fallito nel 1974 e nel 1978: la vittoria della Coppa del mondo. Ossia l'interpretazione più estensiva e ottimistica di quell' ''arrivare fino in fondo'' preconizzato da Wesley Sneijder.