di Luigi del Giudice
Il nostro viaggio nel mondo delle assicurazioni continua con le dichiarazioni del presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, nella relazione annuale. Cerchiai si mostra un abile difensore degli aumenti delle polizze RC Auto, evitando alcuni problemi come il comportamento delle compagnie nelle liquidazione dei danni.
Dei risarcimenti parla, in particolare, per dire che sono la causa determinante degli aumenti e che hanno provocato “una tendenza tariffaria al rialzo che non può che essere di grande preoccupazione per tutti”. “La raccolta premi –dice Cerchiai- è diminuita del 3,6%, mentre il costo dei sinistri è aumentato del 3%, anche per i nuovi criteri, adottati da molti tribunali, per i risarcimenti relativi alle lesioni più gravi”. “In pratica –precisa- su 100 euro che l’assicurazione ha incassato ne ha spesi 108”. E’ una tendenza al rialzo dei prezzi “su cui incide, peraltro, l’innalzamento dei massimali minimi di legge, previsto dalla normativa europea”.
Cerchiai concorda sul fatto che non si debba subìre un tale fenomeno, ma che va contrastato da tutti. Poi, fa il raffronto con la Francia. Ammette che il costo delle polizze auto è “sensibilmente inferiore” (circa un terzo), ma lo fa solo per spiegare che questo prezzo più basso è dovuto alla sinistrosità, che in Francia è la metà rispetto all’Italia, pur avendo un parco auto numeroso come l’Italia. Ma, forse, è anche il caso di rilevare che le auto in circolazione in Francia sono meno che in Italia, se si considerano le strutture d’Oltralpe, come le metropolitane e altro. Senza contare la manutenzione strade che è di gran lunga migliore. Quanto ai feriti, la situazione è peggiore. Secondo la relazione di Cerchiai, l’Italia supera la Francia di 5 volte.
Le proposte di Cerchiai
Le proposte di Cerchiai sono diverse e vanno in differenti direzioni. Alcuni interventi indicati al Parlamento gli anni passati sono stati disattesi –dice-. Quindi, si rivolge a tutti: governo, parlamento, autorità di vigilanza, associazioni dei consumatori e utenti. Ecco le proposte: diminuire il numero degli incidenti e aumentare la sicurezza, con un forte appello agli automobilisti a rispettare le regole perché “il Paese non può continuare a pagare un costo sociale tanto elevato all’imprudenza, alla negligenza, alla disattenzione nella guida”. E su questi ultimi punti c’è da essere d’accordo in pieno. Poi, Cerchiai torna su una vecchia questione: i criteri di accertamento dell’invalidità, in particolare in Francia, che “potrebbero far ridurre i costi delle polizze del 10%”. “Altrove –precisa- il colpo di frusta non porta nella maggior parte dei casi a postumi di invalidità permanente, ma solo al risarcimento del danno biologico e alle spese mediche”. Poi, torna a chiedere un’agenzia Antifrode, perché un’efficace azione di contrasto alle frodi porterebbe un’altra diminuzione tariffaria del 10%.
In conclusione, Cerchiai parla di incidentalità eccessiva, controlli insufficienti, diffusa mentalità speculativa, normative carenti o distorsive. Siamo d’accordo, in particolare su quest’ultimo punto, che, però, spesso favorisce più l’assicurazione che il danneggiato. Infatti, sulle liquidazioni dei danni non dice molto. Si limita a proporre “un maggiore investimento nelle reti di liquidazioni, ma a patto che un ulteriore investimento possa dare un ritorno adeguato”. Nulla dice su come sanzionare quei comportamenti inadeguati, a volte ingiusti, di chi rappresenta la compagnia con il danneggiato, spesso costretto al giudizio perché non trova dialogo con liquidatore, perito e altri. Tutti professionisti, preparati e specializzati, contro un inerme, e abbastanza ignorante, utente, che ha solo il potere di adire le vie legali, con aggravi di costi e tempi per lui stesso e per l’assicurazione.
Sono proprio questi professionisti che rappresentano la compagnia verso il danneggiato che la rendono, non di rado, quasi come un nemico, perchè costringono a mercanteggiare su un danno che questi signori non vogliono, spesso in modo immotivato, riconoscere. Insomma, sono loro che, spesso a insaputa degli alti vertici, offrono una certa immagine della compagnia.
Anche nel rapporto tra assicurazione e cliente è la stessa cosa. L’agente è quello che riesce a mantenere il buono o il cattivo nome della compagnia. E’ chiaro, gli aumenti ci sono e si aggirano sul 15%. Tutto questo non si può ignorare. C’è stato il caso di una polizza pagata 7.000 euro per una piccola auto. C’è un’inchiesta dell’Isvap (istituto che vigila sulle assicurazioni). C’è da capire se è un caso isolato o no. E cosa si farà per punire i responsabili. Noi, al contrario, possiamo dire che proprio nei giorni scorsi abbiamo pagato le nostre polizze Sai a un prezzo inferiore dello scorso anno. E’ una riduzione, minima, ma c’è stata. Come ci ha detto l’addetta stampa di Sai, forse l’agente ha tenuto conto della buona guida e ha premiato il risultato. E’ possibile. Certo è che anche in questi casi il “terminale” della compagnia con il cliente lascia un segno. Questa volta è buono.