di Rita Piccolini
L’alta moda a Roma. Gattinoni sceglie per presentare la sua collezione Autunno-Inverno 2010-2011, lo splendido giardino pensile del Casino dell’Aurora di Palazzo Pallavicini. Ma alle “jeune fille” invitate al “gran ballo”, in una dimensione onirica e fiabesca, non viene proposta l’immagine della principessa evanescente chiusa nella sua torre d’avorio, ma quella di una donna che viaggia, che lavora, che appartiene a un mondo senza più frontiere dove le culture, le religioni, le tradizioni si fondono a creare una persona nuova, figlia della globalizzazione senza perdere mai di vista le proprie radici. In una parola una donna nuova, indipendente, colta e all’occorrenza anche guerriera, per ottenere quello che vuole: uno sfavillante futuro.
Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni che firma le splendide creazioni spiega: ”E’ una collezione sotto il segno del mood multirazziale e multietnico, con continui richiami ad una fisicità che non è solo attrazione, ma soprattutto consapevolezza del proprio essere. Per questo forse il prossimo autunno- inverno le mie donne non indosseranno i pantaloni. Non occorre vestirsi da uomo per essere donne di potere. Semmai consiglio di sfoggiare armi nuove, armi vere. Il vero sex appeal è autenticità e verità. Senza maschere”. E autentico e sincero è lo stilista quando crea un abito a sostegno della libertà di stampa. Vuole comunicare e riflettere sull’attualità e non ne fa mistero. Parla attraverso le sue creazioni e sul red carpet del Casino dell’Aurora sfila un abito bianco su cui sono stampate pagine di quotidiani. Sulla testa della magnifica modella un velo bordato con un boa di candide piume e sulla bocca un bavaglio. Una creazione che farà discutere. Modello -messaggio? Una provocazione? Ma la moda è anche questo, lo specchio della vita.
Tra i raffinati gioielli espressamente ideati per questa collezione da Gianni de Benedittis, del brand “futuroRemoto” c’è un altro omaggio a tutte le donne, ma soprattutto alle giornaliste: un’ orecchino d’oro giallo con una lunga catena a unire l’orecchio che ascolta al cuore che sente e alla mano che deve scrivere liberamente. Ma veniamo agli abiti etno-chic. Sono tailleur, abiti mantella, bustier con camicie di taffettà, pizzo, tulle ricamato. Sono spesso orientaleggianti. Sugli abiti lunghi i gilet realizzati con pietre, ciniglie, cristalli che li rendono preziosi, divertenti, colorati, un vero “must” della nuova collezione. L’effetto multietnico è evidente sugli abiti da sera. Su uno, decorazioni che ricordano i tatuaggi maori, indossato da una modella bellissima originaria della Guinea, su un altro, un gilet che si ispira alle decorazioni sul capo degli elefanti in India nei giorni di festa. Un mix di contaminazioni tra Oriente e Occidente. Tutto nei colori caldi, carichi, vitalistici amati dallo stilista: il rosso lampone, l’arancio, il ribes, il blu.
Ma quello che colpisce molto di questa collezione è la donna guerriera. Magnifica, altera, in grigio, con una giacca che sembra una leggera armatura medioevale, realizzata con un certosino lavoro sulla lana a cui sono state applicate, dalle mani instancabili delle sarte, migliaia di paillettes fittissime intrecciate con fili di platino, tanto da provocare un effetto pelliccia. Stefano Dominella, il presidente della Maison Gattinoni, non nasconde la sua preoccupazione per il futuro dell’alta moda. Chiede agli addetti ai lavori e soprattutto alle istituzioni, di fare di tutto per rilanciarla nel mondo. Ma certo questi abiti sono l’Alta Moda e parlano della maestria e della creatività raffinata del “made in Italy” meglio di qualsiasi discorso, o proclama, o manifesto programmatico. Roma. Alta Moda. Così vorrebbe che la si definisse il couturier Lorenzo Riva. “Basta chiamarla AltaRoma- dice alla presidente Silvia Venturini Fendi venuta ad assistere alla sfilata- Parigi è l’Haute Couture, Roma è semplicemente l’Alta Moda”. In modo un po’ snobistico il “maestro” dichiara ai giornalisti di aver scelto di presentare la sua collezione in una suite dell’Hotel Exedra, piuttosto che nel complesso di S. Spirito in Sassia, dove le sfilate una dietro l’altra fanno più pensare al pret à porter “che non si addice a Roma” dove egli vorrebbe aprire il suo atelier.
Gli abiti sfilano, non c’è musica di sottofondo, solo il click delle macchine fotografiche “così come avviene a Parigi” spiega Lorenzo Riva. Hanno linee affusolate gli abiti corti in colori fluo, c’è molto rosa, corallo,azzurro, abbinati a soprabiti smanicati con decorazioni in zibellino o a cappotti dalla linea ampia sul davanti e dritti sulla schiena. Le giacche sono corte con colli maestosi. Gli abiti da cocktail in faille moirè o in pizzo sono sui toni del testa di moro, corallo e oro. Per la sera abiti lunghi in georgette, corallo o bluette, a più strati in tulle ricamati, in variazioni blu o marrone, o a fiori. A chiudere tre spose semplici e bellissime.
Tutte le modelle, che sembrano statue di porcellana animate, hanno i capelli tirati in un altissimo chignon e sempre, sulla fronte, un nastro colorato abbinato all’abito, o in contrasto, e ricordano le signore dell’età napoleonica. Alla fine della sfilata Lorenzo Riva presenta due magnifiche ragazze “più in carne”, ma la vera sorpresa è quella che lo stilista chiama la “morbidosa” .
Vestita con un abito azzurro plissettato compare Nadia, una bella donna di altezza media e piuttosto in carne, come dimostrazione vivente che il concetto di bellezza risiede nella totalità della persona. “Sono splendida” esclama Nadia e ha ragione. La sua è una battaglia contro i disturbi dell’alimentazione, di cui essa stessa è stata vittima alcuni anni fa.
Non ha le misure di una mannequin, ma ha scoperto una verità importante per ognuno: il valore di essere unica e che la bellezza non ha peso e non ha età. Nino Lettieri, il rosso e il nero. Sfila in S. Spirito in Sassia l’allievo prediletto di Lorenzo Riva. Rose, cristalli neri, rasi e pizzi,soprattutto trasparenze, ma anche pellicce pregiatissime, persino sui sandali bordati di visone. Il nero tanto quanto il rosso scarlatto. Le modelle sfilano in pantaloni e shorts, al ginocchio o lunghi alla caviglia, realizzati in tessuti ricamati, mikado e doppio satin. Le pellicce di mongolia e lapin sono rasate e stampate. Si vendono volpi di Groenlandia e astrakan. Gli animalisti non saranno contenti. La sposa d’inverno avrà un abito ricamato con paillettes trasparenti e in testa una tiara di diamanti.
Per le modelle l’acconciatura è stata ideata da Sergio Valente: raffinati chignon che vogliono essere un omaggio alla bellezza femminile di ogni tempo. Rami al Ali. Lo stilista siriano è molto amato dalle donne più eleganti del jet set internazionale. Gode di una grande fama che si è guadagnato grazie alla sua moda versatile e alla sua capacità di armonizzare ispirazioni orientali e influenze occidentali. Anche per lui la sfilata in S. Spirito in Sassia. E L’Alta Moda a Roma continua. L’Alta moda a Roma continua.