E' un omaggio senza paragoni, trionfale, sfegatato, impazzito, quello reso dai tifosi della Roja alla nazionale spagnola di ritorno da Johannesburg con la prima Coppa del Mondo della storia della Spagna.
Se la festa di domenica è finita all'alba, alle 15.00 di lunedì si è riaccesa di nuovo, senza nessuno sforzo, quando Iker Casillas ha messo la testa fuori dalla cabina del volo Iberia che ha riportato a Madrid i 23 di Johannesburg e ha alzato la coppa più bella del mondo.
Tutto era già pronto, da decenni, da quel lontano agosto 1920 quando la nazionale mosse i primi passi. Il re e tutta la famiglia al completo hanno voluto abbracciare per primi i giocatori. Mentre le campane della cattedrale dell'Almudena suonavano a festa, Juan Carlos ha stretto la mano a tutti i calciatori nella sala più importante del palazzo reale di Madrid, quella delle Colonne.
Gli abbracci sono stati riservati solo a Andres Iniesta, il genio che ha risolto la partita contro l'Olanda al 116' minuto, a Carles Puyol e all'orchestratore delle furie rosse, il sempre discreto Vicente del Bosque.
''Siete un esempio di sportività, nobiltà e di squadra'', ha detto il capo di stato ringraziando di cuore i 24 per ''aver realizzato uno dei nostri sogni''. L'incontro con il premier José Luis Zapatero, poco dopo, sapeva invece già di festa. Il capo del governo ha stretto la mano e abbracciato i calciatori, osannati da una folla di decine di tifosi che ha messo sotto sopra il protocollo della presidenza spagnola. Al grido di ''que bote el presidente'', i tifosi hanno infatti costretto Zapatero a saltare con la coppa del Mondo in mano.
''L'hanno vinta loro ma è di tutti gli spagnoli'', ha ricordato poi il premier a costo di non finire il discorso tra gli urli della folla e della squadra. Anche il ct del Bosque ha preso un attimo il microfono per ''ringraziare tutti gli spagnoli per l'appoggio dimostrato'', mentre quando è toccato al timidissimo Iniesta, il genio si è quasi pentito: ''se sapevo che era così non segnavo domenica'', ha detto il goleador, ricordando ai presenti che ''questa piccola coppa è di tutti''.
Finiti i ricevimenti ufficiali è scoppiata la 'fiesta'. Chi pensava che quella del 2008 per l'europeo fosse stata epocale si è dovuto ricredere di fronte a quella per El Mundial. Secondo Rtve almeno un milione di spagnoli si sono affollati per le vie del centro e nella spianata di Principe Pio dove finisce la cavalcata della Seleccion. Di fronte al palco della festa finale la gente ha iniziato ad affluire già dalle 14 di ieri e neanche gli idranti dei pompieri, che provavano a rinfrescare l'ambiente, hanno calmato i cori. Sul 'doble decker' scoperchiato intanto le furie rosse facevano gala della loro proverbiale giovialità portati sul palmo della mano da migliaia di persone accorse nelle strade di Madrid da tutta la Spagna. Tra birre e cocktail sono partiti i cori di ''Campeones'', i salti al ritmo di ''Yo soy espanol, espanol, espanol'' e le grida di ''que viva Espana''.
Gli immancabili Piqué e Reina hanno tenuto come sempre banco, scherzando con compagni e aficionados, in una fiesta che era iniziata già sull'aereo, dove i campeones hanno stappato 38 bottiglie di Champagne. Dopo bagno di folla e sbornia mondiale, anche le furie rosse si sveglieranno probabilmente con un po' di 'resaca', i postumi iberici, ma sapranno di essere passati alla storia come i primi campioni del mondo della Spagna.