Ex che si trasformano in assassini


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Violenza sulle donne, escalation di omicidi passionali

Gelosia, rifiuti e ossessioni scatenano la rabbia violenza_donne_296

Venezia, Novara, Cremona, Torino e ancora Como, Salerno, Bari. Città legate da storie di vittime della violenza cieca di uomini che odiano le donne. Un'escalation che in meno di due mesi fa contare già più di dieci vittime, uccise o ferite per mano di un fidanzato, di un marito che non si è mai rassegnato alla fine di una storia d'amore o da un amico rifiutato. Ex che spesso si trasformano in assassini.

L'ultima storia di follia omicida viene da Como dove un uomo ha ucciso a coltellate l'ex fidanzata e il convivente di lei, probabilmente per gelosia, e poi ha rivolto il coltello contro se stesso per suicidarsi. Intorno alle 20 è andato ad aspettarli sotto casa con un coltello, e quando sono usciti non ha esitato a colpirli. La prima a cadere sotto i fendenti è stata lei, Katerina Marcovic, 24 anni, croata. Poi a essere colpito è stato anche il suo compagno, Salvatore Ciantia, 34 anni, che si era chinato su di lei per aiutarla.

Lei è morta subito, lui è rimasto lucido fino all'arrivo del 118, ma è morto mentre lo portavano all'ospedale di Ceva. L'assassino intanto si è dato alla fuga. I carabinieri sono risaliti a lui grazie ai testimoni. Sono andati a casa sua e lo hanno trovato in un lago di sangue, la gola e i polsi tagliati. E' stato trasportato d'urgenza all'ospedale, dove è morto nella notte.

E' ancora viva ma ha ustioni sul 60% del corpo un'altra donna vittima dell'ex marito che, questa volta in provincia di Salerno, ha tentato di bruciarla viva perché lo aveva lasciato. L'uomo, che da circa tre mesi, si era separato dalla moglie, per tentare di riallacciare il rapporto coniugale, è andato a casa della donna ma dopo l'ennesimo diniego l'ha aggredita violentemente con calci e pugni. Trascinandola in cucina, dopo aver aperto la manopola della bombola del gas, ha indirizzato il getto verso la donna, dandole fuoco.

Sempre in Campania una donna è stata accoltellata in strada nel centro di Napoli. Clara, 32enne originaria di Quarto flegreo, impiegata in una ditta di pulizie, stava andando al lavoro quando il marito, dal quale voleva separarsi, l'ha colpita. La donna che si trovava in compagnia del cognato è svenuta perdendo molto sangue. La vittima si era recata al lavoro in via De Pretis dove era impegnata come colf presso una famiglia che vive in quell'edificio. Il cognato l'aveva accompagnata proprio in previsione del fatto che l'ex marito della donna potesse aggredirla come era già avvenuto in passato altre volte ma è stato inutile perché è riuscito ugualmente nel suo intento.

Una storia di morte legata a una conoscenza avvenuta su un social network è quella di Chiara Brandonisio. Aveva conosciuto in chat l'uomo che con ferocia l'ha aggredita e uccisa a sprangate a Bari l'8 luglio scorso. Arrestato nella notte dagli agenti delle squadre mobili di Bari e Piacenza un 52enne ritenuto l'autore dell'omicidio.

Una violenza che non conosce età: domenica scorsa una ragazza di appena 16 anni, è stata uccisa a colpi di pistola a Mestre dal suo ex fidanzato, 30enne incensurato e neolaureato, con il quale si era lasciata la sera prima al termine di una discussione. Dopo averla uccisa, il ragazzo ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato un colpo al cuore.

Sempre nel veneziano, il 6 luglio, in un negozio di Spinea una commessa di 40 anni è stata uccisa a coltellate dall'ex fidanzato, suo coetaneo, mentre era al lavoro. Dopo il folle gesto, l'uomo ha tentato di suicidarsi con il coltello usato per sferrare i colpi fatali alla ragazza.

Tra i casi più eclatanti dei giorni scorsi, il tentato omicidio di una donna, il 5 luglio, a Ferrara: un 54enne ha colpito la convivente con 10 fendenti al torace e all'addome, perforandole anche un polmone, poi ha chiamato la polizia confessando il gesto e chiedendo aiuto. Entrambi erano in cura presso il locale servizio di igiene mentale e ai pm che lo hanno interrogato l'uomo ha detto: "Mi sentivo in trappola, non avevo vie di fuga e volevo che morisse, ma le volevo bene".

A scatenare la furia omicida anche un rifiuto, come nel caso di Anna Maria Tarantino, impiegata di banca, scrittrice e giornalista, assassinata domenica 4 luglio a Riano. Dell'omicidio è accusato un conoscente 42enne della vittima che l'avrebbe uccisa dopo essere stato respinto.

Destini incrociati quelli di Maria e Livia uccise per mano dello stesso uomo Gaetano De Carlo, di origine pugliese ma residente in Lombardia. L'assassino, carrozziere 55enne divorziato con un figlio e con precedenti per molestie e minacce, non voleva rassegnarsi alla fine del rapporto e si è tolto la vita nello stesso modo in cui ha ucciso le sue vittime, sparandosi alla testa una calibro 7,65, a Cassano D'Adda, a Corneliano, nel lodigiano.

Ma pochi giorni dopo, la tranquilla campagna tra Crema e Treviglio, è stata di nuovo scossa da un caso di omicidio-suicidio: il 2 luglio, un autotrasportatore di 28 anni, Riccardo Regazzetti, si è sparato alla tempia dopo avere ucciso con tre colpi di pistola l'ex fidanzata Debora Palazzo, di 19 anni, studentessa e impiegata presso la ditta del padre. L'omicidio-suicidio è avvenuto a bordo della Fiat Punto della ragazza sulla quale i due si erano appartati davanti al cimitero di Agnadello (Cremona). Da tempo lei aveva confessato la volontà di troncare il legame alla madre e alla sorella minore con le quali viveva.

Scomparsa e poi ritrovata morta a San Giorgio Pombia sulle sponde del Ticino, uccisa sempre per mano di un ex fidanzato, la 25enne, Simona Melchionda. A confessare l'assassinio della giovane è stato un carabiniere di 28 anni, che ha raccontato di averle sparato e poi di aver gettato il corpo della giovane nel fiume. I due, che in passato avevano avuto una relazione, quella sera si erano incontrati dopo che la ragazza, secondo quando è emerso, avrebbe ceduto alle insistenze dell'uomo per vedersi.