Economia


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La carta dei tassi contro il rischio recessione

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di Elisabetta Tanini

Denaro un po’ meno caro. Con il taglio dei tassi d’interesse la Banca Centrale Europea cerca di rilanciare investimenti e consumi per far ripartire l’economia.
Ma in che modo la mossa di politica monetaria dovrebbe servire come antidoto contro la crisi?
Secondo gli analisti la riduzione del costo del denaro impiega da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 18, prima di aver un qualche effetto apprezzabile sull’economia reale.

Ciò premesso le prime a beneficiare della diminuzione del costo del denaro saranno le imprese che pagheranno meno i prestiti a cui in genere ricorrono per poter fare investimenti; stesso discorso per le ristrutturazioni aziendali.

Per  le famiglie le conseguenze non saranno  immediate. Per sperare, infatti, in una rata del mutuo meno onerosa bisognerà vedere quale sarà l’impatto del taglio dei tassi sull’Euribor, (Euro Interbank Offered Rate) ovvero il tasso interbancario sul quale sono indicizzati la maggior parte dei mutui variabili. Nell’ultimo mese l’Euribor è sceso gradualmente passando dal 5,45% al  3,66%: è stato, però, un riallineamento lento, che non ha seguito istantaneamente gli interventi della Bce a causa della scarsa fiducia. Dopo la bolla dei mutui subprime le banche tra di loro non si fidano, hanno paura di prestarsi i soldi e lo fanno ad un tasso di interesse alto che poi, come abbiamo visto, si riflette sui mutui a tasso variabile.

Debito pubblico.
La mossa della Bce farà risparmiare il nostro Paese. Pagheremo infatti meno gli interessi sul debito pubblico, che lo scorso anno rappresentava il 104% del nostro Prodotto Interno lordo. Un risparmio non indifferente visto che in media gli interessi sul debito rappresentano il 10% della spesa pubblica.

Euro.
  Finora la politica monetaria della Bce, che a differenza della Federal Reserve ha tenuto alti i tassi di interesse, ha rafforzato l’euro. La moneta unica nel corso di quest’anno ha macinato record su record superando quota 1,51 nei confronti del dollaro. Un euro troppo forte danneggia le esportazioni e allontana gli investimenti stranieri. Dunque, dopo la mossa della Bce si attende una correzione dell’euro, anche se marginale visto che negli Usa il costo del denaro è già sceso all’1%: il livello più basso degli ultimi 4 anni.

Inflazione Nei mesi scorsi la Bce ha più volte rimandato l'intervento sui tassi per il timore di una ripresa dell'inflazione, in realtà il livello alto dei prezzi è dipeso soprattutto dal costo del petrolio che solo recentemente è andato sotto i 50 dollari al barile.