Sia o non sia opera di Caravaggio, il Martirio di San Lorenzo scoperto tra le proprieta' dei Gesuiti a Roma (dove esattamente non e' stato rivelato), ''è un dipinto stilisticamente impeccabile'', opera, quanto meno ''di un caravaggesco della primissima ora'', e apre un nuovo filone di studi sui contatti avuti a Roma da Michelangelo Merisi con i gesuiti. Lo scrive Lydia Salviucci Insolera sull'Osservatore Romano, che oggi annuncia la scoperta di un nuovo dipinto dell'artista, ancora pero' oggetto di indagine da parte dei critici.
''Quattrocento anni fa, il 18 luglio 1610 - ricorda Insolera - moriva sulla spiaggia di Porto Ercole Michelangelo Merisi da Caravaggio, dopo aver trascorso una delle vite artistiche più famose e appassionate, tra il successo raggiunto, l'amicizia di influenti committenti e le ultime fughe disperate nell'Italia meridionale a causa di una condanna per omicidio. L'eccezionalità della sua vita è diventata quasi leggenda, e all'inizio del Novecento addirittura materia di studio per Mariano Patrizi, l'allievo più dotato di Cesare Lombroso, tanto da dedicargli una serie di studi incentrati sul binomio genio e follia''.
Caratteristiche che non hanno impedito a Caravaggio di avere rapporti, durante il suo soggiorno a Roma, con l'ambito ecclesiastico. Il rapporto con i gesuiti, pero', costituirebbe per gli studiosi un nuovo filone. ''Il Martirio di san Lorenzo costituisce - secondo Insolera - un chiaro riferimento ai dettami iconografici di evidente matrice gesuitica''. ''Il marcato realismo era voluto espressamente dai gesuiti per facilitare nei novizi, destinati nelle terre di missione, la comprensione del momento del martirio, trasformando la paura in accettazione del proprio stato, per il tramite della grazia, proprio come avviene nel giovane san Lorenzo.
Non è chiaro quale cappella avrebbe dovuto ospitare l'opera rinvenuta, ma e' noto che Caravaggio ebbe a che fare in altre occasioni con Salustia Cerrini, moglie di Ottavio Crescenzi, della nobile famiglia romana strettamente collegata alle vicende della committenza a Caravaggio della cappella Contarelli, e in stretto rapporto con i gesuiti.