Studiano con la radio accesa e il cellulare all'orecchio, hanno in tasca l'ultimo costosissimo modello dell'iPhone ma indossano abiti usati e comprano la lavatrice di seconda mano su eBay, considerano la vita un gioco e colgono l'attimo. Sono la "generazione y", i 'digital natives', cioè i ragazzi tra i 18 e i 25 anni nati all'epoca di internet. Il loro identikit è stato tracciato in Francia dall'istituto di ricerca Bva su richiesta dei patron delle 40 principali società della Borsa d'Oltralpe (Cac 40).
"La loro attività cerebrale, la consapevolezza del reale, le capacità intellettuali e la visione della società - si Legge nello studio - sono stati completamente trasformati dall'onnipresenza del digitale durante l'infanzia". "E' soprattutto il rapporto con il tempo che li differenzia dalla generazione precedente, senza internet - spiega il sociologo Stephane Hugon - la vita per loro è un gioco, non cercano di cambiare il mondo, ma piuttosto di renderlo migliore, colgono l'attimo". "I cinquantenni di oggi sono cresciuti con la cultura del progetto - continua Hugon - la vita era una serie di tappe, di sforzi e di sacrifici verso uno scopo. Questo modello è in via d'estinzione. I giovani invece non credono più nel futuro e sopravvalutano il presente".
Nel mondo del lavoro, 'generazione y' è sinonimo di precariato: hanno imparato ad "accettarlo", si sono "adattati". I nuovi giovani sono più attivi e meno riflessivi, continua il rapporto, pronti a lasciare un lavoro se Non li soddisfa. Abituati al mondo del web, dove tutto è a portata di clic, sono tentati dal non affrontare i problemi. Disprezzano la politica, le istituzioni, le gerarchie, ma sono fedeli alle regole del gruppo dei pari. Sono spendaccioni, ma solo per le nuove tecnologie. Per il resto cercano l'offerta migliore e cercano di non farsi manipolare dalla pubblicità: comprano i vestiti nei negozi dell'usato e gli elettrodomestici su eBay, riciclano mobili di seconda mano.
"I digital natives - si legge nello studio - sono spesso percepiti dagli adulti come superficiali, senza ideali, irrispettosi dell'autorità'. Per loro invece i genitori sono "eroi del quotidiano, che sono riusciti a crescerli nonostante le difficolta".