''E' stata una tragedia che poteva essere evitata''. Sono le prime parole di Irina Di Vincenzo, la giovane torinese coinvolta nella tragedia di Duisburg. ''La polizia era poca - ha aggiunto Irina, amica di Giulia Minola, tra le vittime della strage, in una conferenza stampa nella sala consiliare del municipio di Grugliasco (Torino) - e la cosa che mi rende più triste è che si poteva evitare mentre non è stato fatto niente, le cose sono state lasciate andare''.
"E' stato un inferno", ricorda tra le lacrime ancora Irina, affiancata dal sindaco del comune torinese, Marcello Mazzù che è andato ad accogliere la famiglia di ritorno dalla Germania, dove si è consumata la tragedia. "Non ero mai stata ad un 'Love Parade', ma ad altri festival musicali sì, eravamo andate per fare festa e ci siamo ritrovate in un inferno", ribadisce la giovane che però della sua amica Giulia, morta nei disordini preferisce non parlare. "La polizia era poca ed è rimasta quasi sempre in disparte, ho visto pochissimi soccorsi, - aggiunge ancora la giovane torinese - per lo più prestati dai compagni. Anch'io che mi trovavo tra un tunnel e l'altro, mi sono salvata perché sono stata trascinata dalla corrente della gente. E a prestarmi i primi soccorsi sono stati alcuni ragazzi che mi hanno accompagnata verso le ambulanze".
Visibilmente provata, stanca, da due giorni non riesce a dormire, Irina durante il racconto è spesso interrotta dalle lacrime e dalla commozione, tuttavia, ribadisce: "ci sono delle colpe perché le persone sono state lasciate nel tunnel, c'era gente che soffocava, che cadeva, che veniva calpestata senza che la polizia facesse il suo dovere. Questo l'ho già detto alla polizia locale".
Ricordando poi i momenti di panico vissuti, Irina prosegue: "Non ci si poteva muovere ed era difficile anche respirare e credo che la responsabilità sia stata nell'organizzazione iniziale, nel non aver previsto così tanta gente, sono stati presi alla sprovvista e non hanno saputo reagire. Ricordo che c'era tanto panico io però sono stata portata via quasi subito e cosa e' successo l'ho saputo solo molte ore più tardi, in serata". Nonostante le sollecitazioni, la giovane torinese, non vuole rispondere sulla sua amica, Giulia. Quando i cronisti fanno il suo nome, Irina abbassa lo sguardo e si commuove. "Voglio essere la portavoce di tante persone che non ci sono più ed e' per questo che sono qui -sottolinea- ma non per parlare di Giulia, una persona che mi stava molto a cuore. Io sono stata più fortunata, ma voglio rispettare la sua famiglia che non ho ancora visto e che voglio vedere al più presto". Per ora, Irina non ha programmi. "Voglio solo stare con la mia famiglia e voglio andare a trovare la famiglia di Giulia perché voglio che le cose le sappiano da me, non per vie traverse. Posso solo dire -conclude- che è stata molto dura".
Venerdì i funerali di Giulia Minola
I funerali di Giulia Minola, la ragazza di 21 anni morta alla Love Parade di Duisburg, sono previsti per venerdi' 30 luglio alle 15.30. Lo ha reso noto la famiglia che ha anche detto che la salma della giovane dovrebbe essere trasferita in Italia giovedì 29 luglio.
La camera ardente verrà allestita presso la poliambulanza di Brescia o presso il cimitero Vantiniano di Brescia, mentre i funerali dovrebbero essere celebrati nel Duomo vecchio. Sono comunque ancora in fase di definizione le procedure per il rientro della salma. La famiglia, infine, non ha reso noto se intende partire o meno per la Germania. L'incarico di riportare la salma in Italia e' stato affidato a un'agenzia di pompe funebri di Brescia.
Il sindacato di polizia accusa il comune di Duisburg
Il sindacato di polizia tedesco ha scaricato sul comune di Duisburg la responsabilità della micidiale ressa che sabato ha causato 19 morti e oltre 500 feriti alla Love Parade nella città renana.
''Capofila è la Città. Polizia e Vigili del fuoco hanno molta esperienza di grandi raduni'' ma ''praticamente nulla è stato messo in pratica'', ha detto il presidente regionale del Sindacato, Erich Rettinghaus.
In dichiarazioni all'agenzia tedesca Dpa, il sindacalista ha implicitamente smentito il sindaco di Duisburg, Adolf Sauerland, che ha difeso il piano-sicurezza della Love Parade e ricondotto la strage a ''carenze individuali''.
Rettinghaus ha ricordato che il sindacato di polizia del Nord Reno-Westfalia aveva ''già' messo in guardia un anno fa'' dal pericolo di sovraffollamento della Love Parade: lo riferisce il sito del quotidiano Sueddeutsche Zeitung sottolineando che gli organizzatori contavano su un afflusso di 500 mila persone ma l'area era autorizzata solo per 250 mila.
Secondo le ultime cifre fornite dalla polizia i feriti sono stati 511, di cui 238 portati in ospedale. La maggior parte è stata dimessa dopo un breve trattamento e nel primo pomeriggio di oggi erano ancora ricoverate 43 persone, di cui una in pericolo di vita.