Nella Germania ancora sotto shock per i 20 morti alla Love Parade di Duisburg nonostante gli abitualmente elevati standard di sicurezza del Paese è andato in scena ieri uno scaricabarile tra polizia e sindaco della città renana sulle responsabilità della tragedia. Terzo elemento, sullo sfondo, le accuse di avidità rivolte da media agli organizzatori che a loro volta accusano la polizia.
Sullo scambio di accuse si è levata la voce della cancelliera Angela Merkel - rimasta in vacanza in Baviera al festival wagneriano di Bayreuth ma pronta a tornare per i funerali - la quale ha fatto sapere di aspettarsi una ''scrupolosa'' indagine.
Oltre ai 20 morti - il bilancio si è aggravato ieri sera con il decesso di una giovane tedesca 21enne - la terribile calca che ha sconvolto il raduno di musica techno ha causato anche 511 feriti secondo gli ultimi dati della polizia, di cui 42 gravi. Il caos è stato tale che sono date formalmente per disperse ancora 1.138 persone.
Fra le vittime, c'è stata la giovane bresciana, Giulia Minola, e quattro sono stati i feriti italiani, tutti dimessi. Una sopravvissuta piemontese, Irina Di Vincenzo, ha ricordato che si è trattato di ''una tragedia evitabile'' e ha sostenuto che ''la polizia ha sbagliato".
Quasi rispondendo alla giovane di Grugliasco e alle tantissime critiche dei partecipanti al raduno piovute sulle forze dell'ordine, alti esponenti del sindacato di Polizia, tra cui il presidente nazionale Rainer Wendt, hanno sostenuto di aver messo in guardia da tempo sulla pericolosità dell'area scelta per la manifestazione, troppo piccola e recintata in modo da rendere difficile un'evacuazione. Il sindaco Adolf Sauerland ''era sotto un'enorme pressione, non voleva fare il guastafeste'', ha sostenuto il sindacalista della polizia. Il borgomastro, che domenica si è dovuto far difendere dagli uomini del suo ufficio stampa e cinque poliziotti per evitare un'aggressione durante un sopralluogo, ha respinto numerose richieste di dimissioni sostenendo di aver ''fatto tutto il possibile per rendere sicura'' l'area e ha chiesto ''tempo per far luce su questi terribili eventi''.
''Affari al posto della sicurezza'', sintetizza in un titolo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung riferendosi agli interessi economici del raduno organizzato nel dismesso scalo merci della città nei pressi del confine olandese. Il settimanale Der Spiegel, citando documenti, ha rivelato che l'area era stata autorizzata per accogliere al massimo 250 mila persone: gli stessi organizzatori invece, che avevano parlato di 1,4 milioni di partecipanti per farsi pubblicità, avevano annunciato in Comune l'arrivo di 500 mila persone, quindi il doppio del consentito (ultime stime della polizia sono di 300-500 mila nel corso dell'intera giornata).
Dal canto suo il patron della manifestazione, Manfred Schaller, ha scaricato la colpa sulla polizia accusandola di aver fatto aprire in maniera improvvida alcuni accessi creando un ''afflusso incontrollato'' al tunnel che poi ha creato il micidiale intasamento.
Sulla memoria delle vittime, attraverso il sito del più letto quotidiano tedesco, la Bild, non ha esitato a gettare fango una avvenente ma controversa ex-conduttrice di Tg, Eva Herman, dimessasi tre anni fa per dichiarazioni filo-naziste: i partecipanti al raduno, a suo dire, erano in così gran numero ubriachi o drogati che già prima dell'incidente sembrava di assistere ad un film su ''Sodoma e Gomorra''.