La decisione della Federcalcio argentina


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Maradona non è più il ct della Nazionale

Contrasti con Grondona sui collaboratori maradona_allenatore_296

C'era aria di addio, e addio è stato. Diego Armando Maradona non è più il tecnico della Seleccion. La decisione è stata annunciata ieri pomeriggio dal comitato esecutivo della Federacalcio argentina (Afa), il quale ''all'unanimita''' ha deciso di ''non rinnovare il contratto'' all'allenatore.

Con la decisione resa nota durante un'affollato incontro stampa dal portavoce Afa, Ernesto Cherquis Bialo, si chiude una vicenda nata sulla scia della bruciante sconfitta dell'Argentina in Sudafrica: di fatto, con l'umiliante goleada con la quale la Germania ha mandato a casa Maradona, Lio Messi e le altre star della nazionale biancoceleste.

Anche se trattandosi di Maradona niente è stato chiaro fino all'ultimo minuto, bastava leggere i giornali di ieri a Buenos Aires per capire che tra la Afa - in primo luogo l'influente presidente Julio Grondona - e il 'pibe' c'era stato un cortocircuito. Come tutto quello che riguarda l'ex 10, la telenovela 'Diego sì - Diego no' veniva d'altra parte seguita quasi minuto a minuto dai siti web e dalle tv al news.

Ormai da giorni si parlava di un braccio di ferro Grondona-Maradona sul team di collaboratori di Diego, che non piacevano allo stesso presidente Afa, punto sul quale però Maradona aveva più volte detto che non avrebbe mollato.

Grondona non ha insomma accettato le richieste di Maradona che, domenica, appena arrivato da un viaggio in Venezuela dal suo amico, il presidente 'bolivariano' Hugo Chavez, aveva assicurato: "Se mi toccano anche il magazziniere, me ne vado".

Nella serata di ieri, il vicepresidente dell'Afa, Juan Carlos Crespi, ha assicurato: ''Non lo abbiamo cacciato, ma è stato lui che ha scelto di mantenere integro tutto il suo staff''.

Nella mattinata di ieri c'era poi stato un intervento chiave per capire che le cose non andavano. Il preparatore fisico della nazionale, Fernando Signorini - da anni uomo molto vicino a Diego - aveva infatti detto che ormai ''la situazione è irreversibile'', senza risparmiarsi una frecciatina contro Grondona. "Non se l'é sentita di dire no a Diego. E quindi gli ha detto che non voleva saperne di alcuni suoi collaboratori".

L' 'adios' di Maradona sarebbe d'altra parte il frutto dell'intreccio calcio-politica-'business' nel quale vive, ormai da tempo, il 'futbol' argentino. "Di fatto Diego ha perso il sostegno sia dei dirigenti dell'Afa sia della classe politica", aveva scritto ieri La Nacion, ricordando "l'irritazione" della Casa Rosada (sede della presidenza) nei confronti di Diego, il quale fin dal ritorno dal Sudafrica, ha evitato di incontrare, e scattarsi le foto, con la presidente Cristina Fernandez Kirchner.

E mentre l'opinione pubblica di Buenos Aires sta in queste ore 'digerendo' l'addio dell'idolo Diego - nonostante la disavventura sudafricana - all'Afa già si pensa al futuro. Ad allenare l'Argentina nell'amichevole contro l'Irlanda l'11 agosto sarà Sergio Batista, allenatore delle 'sub 20' dell'Argentina.

Ma quale ct si fa il nome di Alejandro Sabella, allenatore dell'Estudiantes. Ma in Argentina è comunque ancora troppo presto per scommettere su questo e su altri nomi.