Due mesi in Antartide


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A caccia di alghe per carburanti del futuro

Italiano premiato dal Congresso Usa fictoplasma_296

Le microalghe marine potrebbero essere usate come carburante. Ne è convinto Guido Bordignon, ricercatore dell'università Ca' Foscari di Venezia: la sua 'caccia' alle specie più adatte lo ha portato fino in Antartide, e intanto gli è valsa una medaglia del Congresso Usa.

Al ricercatore è stata conferita la 'Antarctic Service Medal', un riconoscimento per chi passa più di 30 giorni a sud del 60mo parallelo: ''Sono stato in Antartide dal 18 gennaio al 20 marzo, in una spedizione coordinata dallo Scripps Institute di San Diego - racconta Bordignon - e ho fatto una serie di campionamenti a caccia di nuove specie di fitoplancton da poter utilizzare per produrre biocarburanti''.

Con il termine fitoplancton (nella foto in alto a sinistra) si intende una serie di microalghe capaci di effettuare la fotosintesi, che costituisce il primo anello della catena alimentare marina: ''Questi microrganismi hanno una quantità di grasso duemila volte superiore a quello della colza, una pianta utilizzata normalmente per i biocarburanti - spiega l'esperto - l'idea di questa ricerca è che le microalghe presenti in Antartide, che sono costrette a 'lavorare' con molta meno luce, abbiano un metabolismo accelerato, e siano quindi più produttive''.

Il ricercatore sta analizzando in questi giorni i campioni prelevati durante la spedizione, con la speranza di trovare qualche specie utilizzabile non solo per i carburanti: ''E' stato già dimostrato che le alghe come carburante sono competitive con il petrolio se questo ha un prezzo di 120 dollari al barile - spiega l'esperto - per cercare di aumentarne il valore vorremmo utilizzarle come bioraffineria, ed estrarne dei prodotti chimici complessi come i flavonoidi''.

Quelli derivanti dalle alghe sono catalogati come i biocarburanti di terza generazione, che dovrebbero risolvere i problemi derivanti dall'utilizzo di piante altrimenti destinate all'uso alimentare umano. Il primo esempio al mondo di centrale ad alghe, che dovrebbe utilizzare delle diatomee, alghe unicellulari, dovrebbe nascere proprio a Venezia, grazie a un progetto cui partecipa anche l'universita' presentato lo scorso anno e che potrebbe vedere i primi esperimenti pilota il prossimo autunno. Probabilmente arrivera' prima la centrale che la medaglia ricevuta da Bordignon: ''Anche negli Usa c'è una certa burocrazia - spiega il ricercatore - mi hanno scritto che anche se il premio mi è stato conferito adesso la medaglia arriverà tra un paio d'anni''.