Reintegrati dal giudice del Lavoro


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Fiat: i licenziati non tornino al lavoro

Proposta solo l'attività sindacale. La Fiom si appella a Napolitano e proclama due ore di sciopero. Sacconi: i lavoratori partecipino agli utili g

"Lancio un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: non ci faccia vergognare di essere italiani": lo ha detto ai giornalisti Giovanni Barozzino, uno dei tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi (Potenza) licenziati dall'azienda e reintegrati dal giudice del lavoro. Barozzino - che è delegato della Fiom e ha parlato anche a nome di Antonio Lamorte e Marco Pignatelli - è entrato nel recinto della fabbrica (nonostante la Fiat avesse invitati lui e i suoi colleghi reintegrati e rimanere a casa), ma è rimasto negli uffici dei sorveglianti.

 

Proposta solo l'attività sindacale
I tre operai potrebbero svolgere solo attività sindacale, senza tornare sulle linee dove viene assemblata la "Punto Evo". E' questa - secondo quanto ha detto ai giornalisti il responsabile del settore auto della Fiom, Enzo Masini - la proposta della Fiat. I dirigenti della Fiom e i legali dell'organizzazione sindacale stanno ora valutando la proposta dell'azienda.

L'avvocato Lina Grosso, legale della Fiom, è intenzionata a presentare una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Melfi contro la Fiat, per la mancata esecuzione della sentenza.

 

Sacconi: i lavoratori partecipino agli utili
Maurizio Sacconi, intanto, condivide la proposta del leader della Cisl Raffaele Bonanni per una partecipazione dei lavoratori agli utili di Fiat. ''Parlare di meno Stato e piu' societa' - osserva il ministro del Welfare al Meeting di Cl - significa parlare di Pomigliano, di un grande investimento che si realizza non con un incentivo pubblico ma con quanto e' realizzato dalla disponibilita' dei lavoratori ad una maggiore produttivita'. A mio avviso, questi lavoratori acquisiscono il titolo a condividere un domani i risultati delle loro fatiche non solo in termini di salario fisso contrattuale, ma anche di salario collegato ai risultati dell'attivita' aziendale''.

Intervistato da Repubblica, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, rileva che ''all'inizio Marchionne appariva come un manager moderno'' mentre ''oggi si ripresenta l'immagine della vecchia Fiat che chiede di scambiare il lavoro con la negazione di alcuni diritti". Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, al Giornale: Si' a un contratto ad hoc per l'auto.