Elezioni USA


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Per Obama un programma da rivedere

A colloquio con Carmela Giglio, inviata del Gr Rai obama_2008_chicago

di Rodolfo Fellini

"Forse l'inversione di rotta non sarà nettissima. Ma è sicuro che l'Europa e il mondo non dovranno più fare i conti con la politica estera 'muscolare' degli 8 anni dell'era Bush". Lo dice a Televideo Carmela Giglio, inviata del Gr Rai che ha seguito la campagna elettorale dagli Stati Uniti. "Tra i punti salienti del programma di Obama c'è la determinazione a ricostruire un'immagine dell'America che è stata deteriorata dalla precedente amministrazione. Quindi: da un lato far rinascere il sogno americano all'interno e, in parallelo, restaurare la leadership internazionale di Washington".

"Già in campagna elettorale, Obama ha un po' annacquato le sue posizioni iniziali, specie per l'Iraq. Di sicuro, la sua politica estera metterà l'accento sulla lotta ad Al Qaeda in Afghanistan" - Obama è davvero pronto, come ha detto, a incontrare senza precondizioni l'iraniano Amnadinejad, il venezuelano Chavez o il cubano Raul Castro? "Credo proprio di no. Sicuramente, rispetto a Bush, Obama tenderà a privilegiare la via diplomatica. Ma mi pare altamente improbabile che possa spingersi fino ad incontrare quelli che al momento sono ritenuti i principali nemici degli Stati Uniti".

Crisi economica e perplessità
"L'impatto dell'elezione di Obama su Wall Street è stato grave e riflette il 'marchio d'infamia' con cui è stato bollato, cioè di essere un socialista". "A fronte della visione reaganiana di McCain, la strada scelta da Obama solleva perplessità e preoccupazioni. E infatti il presidente dovrà fare i conti con la realtà. Ritengo improbabile che, in presenza dell'attuale voragine nei conti, possa ad esempio estendere a tutti l'assistenza sanitaria". "Il fatto che, prima ancora di insediarsi, Obama possa essere presente al G-20, è indicativo della gravità della situazione", conclude Carmela Giglio.