La vicenda familiare che ha coinvolto il pallanuotista Francesco Porzio (arrestato per calci e pugni alla moglie) fa emergere ancora una volta la violenza intrafamiliare nel nostro Paese, un fenomeno trasversale tra le classi sociali.
In media ogni anno, secondo quanto riferisce l'Ami, Associazione matrimonialisti italiani, in Italia, il 30% delle circa 20 mila separazioni giudiziali e' conseguenza di fatti di rilevanza penale (percosse, lesioni, maltrattamenti, abusi ecc…). Dato dimostrato dall'elevato numero di referti medici e denunce depositati in tribunale insieme con il ricorso per la separazione. Secondo il centro studi Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani si calcola che ogni anno vengono iscritti nel registro degli indagati circa 9mila mariti e 600 mogli per violenze fisiche in famiglia in danno del coniuge e/o dei figli.
"Si tratta di fatti che, come e' tristemente noto, possono sfociare nella commissione dei reati molto piu' gravi: dallo sfregio permanente fino all'omicidio. Sbaglia quindi chi pensa che la violenza intrafamiliare sia quel fenomeno degenerante presente soltanto nei quartieri emarginati o proprio delle fasce sociali culturalmente meno evolute". Lo afferma il presidente nazionale Ami, avv. Gian Ettore Gassani. "Tale tipo di violenza invece si annida in maniera massiccia negli 'ambienti bene', anche nel mondo della cultura e dello spettacolo, laddove soltanto il 7% degli abusi subiti tra le mura domestiche viene denunciato, laddove le donne sono le vittime principali della violenza fisica ed a sfondo sessuale", conclude l'avvocato Gassani.