Energia e ambiente


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Le regine dell'antispreco

Le buone pratiche di Oslo e Bristol v

Niente sprechi di energia a Bristol (Gran Bretagna), che ha realizzato una serie di interventi per ridurre i consumi in tutti gli edifici e servizi pubblici, incluse scuole, illuminazione delle strade, centri per il tempo libero e alloggi sociali. Per questo, come Oslo (Norvegia) che cerca di ridurre la presenza di stufe a legna inquinanti, la citta' inglese da' lezioni di virtu' in fatto di taglio di emissioni di Co2 ed e' entrata nella rosa delle otto citta' finaliste del concorso 'Capitale verde europea' per il 2011 e il 2011, vinto da Stoccolma e Amburgo. 

A raccontarne le buone pratiche e' un catalogo ad hoc pubblicato dalla Commissione Ue. L'efficienza energetica e' aumentata nelle 29mila case gestite dal comune di Bristol, attraverso meccanismi di isolamento termico, doppi vetri e nuove caldaie a condensazione, ma anche meccanismi di controllo del riscaldamento, mentre vengono testati impianti solari e pompe di calore. Tutti gli edifici pubblici sono provvisti di certificato energetico e Bristol fa parte dei 19 enti locali che partecipano al 'Local authority energy finance scheme' (Laef). Si tratta di un piano che sostiene investimenti nelle misure e tecnologie per il taglio dei consumi energetici negli edifici pubblici, tramite un fondo che offre agli enti locali prestiti a interessi zero, ripagati con i ricavi determinati dal risparmio sulla bolletta dell'energia. Una volta pagato il debito, i soldi in piu' diventano un fondo che si autoalimenta, da spendere per nuovi Investimenti.

"La riduzione dei costi amministrativi rispetto al vecchio sistema e' un vantaggio reale" spiega paul Isbell, del Comune di Bristol, impegnato ora sul fronte delle fonti 'verdi' di energia. "Stiamo sviluppando - aggiunge Isbell - il nostro piano sulle rinnovabili: abbiamo un programma per l' installazione di caldaie a biogas e stiamo introducendo misuratori automatici per il consumo di corrente, gas e carburante in tutti gli edifici per controllarne l'uso. Inoltre stiamo montando due turbine eoliche da 2-3 mw nell'area del porto, finanziate dal comune, che ci forniranno almeno il 20% dei bisogni di elettricita' da rinnovabili". La sfida e' quella di occuparsi dei 420mila cittadini dell'area di Bristol, che in maggioranza abitano in vecchi edifici. Si pensa a sistemi di riscaldamento efficienti di quartiere, oppure agli impianti di isolamento termico, ma anche a nuove fonti come l'idrogeno.

A Oslo invece la preoccupazione e' quella della qualita' dell'aria. Per problemi di clima infatti esistono ancora 63mila stufe a legna in funzione nella citta' e solo un terzo di queste sono modelli moderni con emissioni ridotte di particolato. Per accelerare la sostituzione di stufe vecchie e inquinanti allora il comune ha dato la possibilita' ai cittadini di chiedere una sovvenzione, tramite un fondo ad hoc per l'efficienza energetica. Fino a oggi, questo provvedimento ha consentito il rimpiazzo di circa 4mila stufe, con un taglio di 35,3 tonnellate di emissioni di particolato.

Sulle strade invece, e' penalizzato da una tassa chi usa le ruote chiodate, che producono polveri e rovinano le strade, si puliscono di piu' le vie di comunicazione e sono arrivati nuovi limiti di velocita', per diminuire il consumo delle gomme e dell'asfalto.

Un problema, quello delle emissioni, che in Europa preoccupa da tempo associazioni e cittadini. Come nel progetto Empower, cofinanziato e promossa da Bruxelles, con cui circa duemila persone hanno firmato la petizione online per chiedere la riduzione del 40% delle emissioni di Co2 entro il 2020 e l' aumento della percentuale di energie rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nel consumo di energia fino al 30%.