Gli studenti disabili del Nord hanno meno diritti di quelli del Sud. E in questi anni sono entrati in ruolo, in proporzione, molti piu' docenti di sostegno nel Meridione che nel resto del Paese. E' quanto emerge dal dossier che Tuttoscuola pubblica sul proprio sito (www.tuttoscuola.com) in cui traccia la mappa aggiornata del sostegno ai disabili nella scuola italiana.
Nell'anno scolastico 2009-10, secondo dati Miur, elaborati da Tuttoscuola, gli alunni disabili inseriti nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno superato le 181mila unita' (il 2,3% della popolazione studentesca), con un incremento di oltre 5mila rispetto all'anno precedente. Nel 2005-06 erano 161.342 e rappresentavano il 2,1% del totale. Sono aumentati in cinque anni del 12,3%, mentre nello stesso periodo la popolazione scolastica, passando da 7.714.557 a 7.804.711, aumentava dell'1,2%.
Nel 1995-96, con una popolazione scolastica complessiva superiore a quella attuale, gli alunni con disabilita' erano 108mila. In quindici anni sono quindi aumentati di quasi il 70%. Nel 2009-10 vi era mediamente un alunno disabile ogni 43 alunni. Rispetto, pero' a quel dato medio nazionale, si registrano sensibili scostamenti, come, ad esempio, per la Basilicata media 58 alunni ogni alunno disabile, pari all'1,7% di disabili sul totale alunni), l'Umbria (51), la Puglia (50). Il Lazio, rileva Tuttoscuola, e' la regione dove in proporzione ci sono piu' alunni disabili (35 alunni ogni alunno disabile, pari 2,4% del totale).
Differenze notevoli e generalizzate anche nei diversi settori scolastici.Le differenze sul territorio dipendono probabilmente dai diversi criteri utilizzati dalle ASL per la valutazione delle disabilita' (benche' la legge richieda l'utilizzo dei parametri internazionali dell'Organizzazione Mondiale per la Sanita': e non a caso la manovra finanziaria di inizio estate ha introdotto la responsabilita' per danno erariale da parte dei medici preposti).
La denuncia di Tuttoscuola passa quindi al numero dei docenti di sostegno che sono triplicati. I posti di docente di sostegno sono 90.469. Quindici anni fa erano 35mila, con un incremento superiore al 150%. Allora vi era un docente di sostegno ogni tre alunni disabili; oggi c'e' un docente ogni due. Se si pensa che l'Esercito italiano schiera 108 mila unita', si puo' avere un'idea di quanto rilevanti siano diventate le fila degli insegnanti di sostegno.
E' cresciuto molto negli ultimi 10-15 anni - scrive tuttoscuola.com - lo sforzo dello Stato verso un settore che sotto molti aspetti rappresenta un fiore all'occhiello della scuola italiana (in pochi Paesi si realizza un livello di integrazione e di assistenza degli studenti con disabilita' pari al nostro). Ormai l'Italia investe circa 3 miliardi di euro l'anno solo per il personale di sostegno, ma, dalle analisi di Tuttoscuola, che ha elaborato gli ultimi dati del ministero dell'Istruzione relativi all'anno scolastico 2010-11, emergono squilibri sorprendenti. Ci sono piu' studenti disabili al Centro e nel Nord Ovest, ma lo Stato destina gli insegnanti di sostegno (a tempo indeterminato o precari) soprattutto al Sud e nelle Isole. E tra questi offre posti stabili (immissioni in ruolo a tempo indeterminato) molto di piu' proprio al Sud e nelle Isole che nel resto del Paese: il 52% dei posti fissi sono assegnati infatti nel Meridione, che ha solo il 40% degli alunni disabili.
Se si aggiunge che ormai per entrare in ruolo nella scuola il canale del sostegno e' quello che offre le maggiori possibilita' (il 50% delle nuove immissioni in ruolo negli ultimi due anni e' avvenuto su posti di sostegno), desta ulteriore sorpresa e inquietudine che ci sia uno squilibrio cosi' marcato. Tra l'altro dopo 5 anni si puo' chiedere (e molti lo fanno) di passare alle cattedre ordinarie.
Per quanto riguarda i dati per Regione e area geografica, analizzati da Tuttoscuola emerge che in Basilicata c'e' un docente di sostegno ogni 1,62 alunni disabili, in Lombardia ogni 2,31 e in Abruzzo addirittura ogni 2,5. Vuol dire in sostanza che in Abruzzo 5 studenti disabili sono seguiti da 2 docenti di sostegno, mentre in Basilicata da 3. Difficile comprenderne la motivazione. Soltanto tre regioni sono sostanzialmente nel rapporto medio previsto dalla legge (2 alunni h/docente): Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Otto regioni, quasi tutte meridionali, hanno un rapporto inferiore a 2; sette regioni, quasi tutte del centro e del nord, hanno invece un rapporto al di sopra della media.
Curioso il confronto tra Campania e Lazio: a fronte di un uguale numero di alunni disabili (rispettivamente 20.812 e 20.817), alla Campania sono stati assegnati oltre 3 mila docenti di sostegno in piu' (+35%) rispetto al Lazio (11.956 rispetto a 8.826), determinando un rapporto alunni disabili per docente molto piu' favorevole (1,75 in Campania, 2,36 nel Lazio).
L'analisi per provincia mette in luce alcune differenze abissali: a Salerno e a Bari il rapporto e' di 1,67 disabili per ogni docente di sostegno; a Nuoro si arriva addirittura a 1,59; all'estremo opposto, Pescara e Latina hanno un rapporto di 2,58: mediamente il docente di sostegno di Pescara ha a carico un disabile in piu' rispetto a quello di Nuoro. La provincia di Napoli ha una quantita' di alunni disabili (12.475) che si avvicina a quella dell'intero Piemonte (12.745) ma ha avuto assegnati 674 (+11%) docenti di sostegno in piu' (6.778 rispetto a 6.104). A Milano il rapporto e' di 2,35, a Roma di 2,26, mentre a Napoli e' di 1,84 disabili per ogni docente di sostegno. Il rapporto per area territoriale e' il seguente: Isole 1,76, Sud 1,79; Nord Est 2,09, Nord Ovest 2,21, Centro 2,23.
Sperequazioni ancora maggiori si riscontrano nella ripartizione di quei posti totali di sostegno (allocati come visto piu' al Sud che al Nord) tra posti di sostegno stabili (cosiddetto organico di diritto) e posti con contratto a tempo determinato fino a giugno (che sommati ai primi compongono il cosiddetto organico di fatto). La differenza non e' da poco in termini di qualita' del servizio offerto alle famiglie, in quanto e' fondamentale la continuita' nell'accompagnamento dell'alunno disabile nell'ambito di un programma individualizzato (continuita' che viene meno nel caso del docente con incarico fino a fine anno, che viene di regola assegnato ad altra scuola nell'anno successivo); ne' la differenza e' trascurabile in termini di opportunita' occupazionali per i precari in lista di attesa, spesso da anni e a volte da decenni.
Ebbene, rispetto alla percentuale di stabilita' dei posti del 70% fissata dalla legge (e conseguita a livello nazionale), in Basilicata il 91% dei posti di sostegno sono stabili in organico di diritto, in Sardegna e in Campania l'89%, mentre in Emilia Romagna non si arriva al 55%, e in Lombardia e in Veneto ci si ferma al 56%. Insomma il totale nazionale si attesta sulla percentuale prevista dalla legge del 70% di posti stabili, ma e' come la media del pollo di Trilussa. Se ne deduce che uno studente disabile del Nord, rispetto ad uno del Sud, ha maggiori probabilita' di dover condividere con piu' persone il proprio docente di sostegno, il quale tende a cambiare di anno in anno con piu' frequenza rispetto a quanto accade nel Meridione.
Un posto di ruolo per il sostegno ogni quattro. E' questa mediamente la proporzione di immissioni in ruolo riservata ai docenti di sostegno nella scuola statale negli ultimi quattro anni, che sale a uno ogni due se si considerano solo gli ultimi due anni.Nel 2009-10 sono stati immessi in ruolo 4.303 docenti di sostegno su 8 mila immissioni in ruolo (54%) e nel 2010-11, dei 10mila posti di docente per le nuove immissioni in ruolo 2010-11, piu' della meta' (5.022) sono per posti di sostegno. E va ricordato che dopo 5 anni il docente entrato come insegnante di sostegno puo' richiedere di passare all'insegnamento tradizionale. Negli ultimi anni lo hanno fatto in tanti.
E' comprensibile, quindi, evidenzia Tuttoscuola, l'interesse dei docenti precari a cercare vie preferenziali per il ruolo, e oggi la principale e' diventata proprio quella del titolo di specializzazione richiesto per attivita' di sostegno ai disabili.
E, per diventare insegnante di sostegno e' sufficiente frequentando un semestre aggiuntivo all'universita', per 400 ore totali. E non sempre la preparazione e' all'altezza: per gli alunni con disabilita' visiva, ad esempio, conclude il Dossier di Tuttoscuola, non e' raro imbattersi in docenti di sostegno che non conoscono l'uso del Braille, la particolare scrittura per ciechi.