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A Milano il primo ambulatorio per le vittime del bullismo

In Sicilia parte il progetto 'Smonta il bullo' ambulatorio_bullismo_296

Al reparto Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano è nato da pochissimo un settore per il disagio adolescenziale, questo il nome ufficiale per rispetto della privacy,un ambulatorio per le vittime del bullismo dove lavorano insieme pediatri,psichiatri infantili, psicologi.
 
Il primario di Pediatria,responsabile di questo ambulatorio,il professor Luca Bernardo (nella foto a sinistra), ci racconta quando e perché si è deciso di avviare questo tipo di lavoro.
“Abbiamo incominciato a lavorare l’8 settembre di quest’anno, giorno di apertura delle scuole, perché il bullo torna a scuola ma ci torna anche la vittima. Abbiamo fatto questa scelta perché il fenomeno del bullismo,che spesso si incrocia anche con l’abuso di alcool  in gruppo, non è solo in crescita ma una vera e propria emergenza (dati della letteratura scientifica  a livello nazionale dicono che il 5% degli adolescenti tifa per il bullo e il 50% ha assistito senza intervenire a episodi di bullismo). E siamo i primi a fare un’esperienza del genere. C’è qualcosa di simile in Inghilterra e negli Usa, ma non in una struttura pubblica”.

Che età hanno e quanti sono i minori che hanno questa problematica?
“Negli ultimi 2 o 3 anni l’età delle vittime e quindi dei bulli si è molto abbassata. Al di là di un caso eclatante di un bimbo di 5 anni, i bambini che subiscono soprusi da coetanei  hanno dagli 8 ai 16 anni, con punte tra i 12 e i 15, perché è in 3° elementare che si struttura il concetto di leader, positivo o negativo. Quante le vittime?  Noi parliamo di ‘numero oscuro’ , delle vittime che non denunciano il fatto , è il numero più grosso e non esistono stime”. Fino a  2 o  3 anni fa il numero era molto inferiore ma,soprattutto, era minore l’aggressività,ora siamo di fronte a lesioni volontarie e gravi. E ormai il termine bullo è obsoleto. Noi parliamo ora di “predatore” perché oggi il bullo non colpisce chiunque ma sceglie la vittima, la sua preda, in genere ilpiù debole di un gruppo. Il problema del bullismo tocca tutte le classi sociali,non è fenomeno dell’emarginazione e la violenza non è una reazione razziale. Possono anche formarsi gruppi di bulli con egiziani,milanesi e cinesi che abitano nello stesso quartiere o vanno a scuola insieme. Poi c’è il bullismo misto,maschi e femmine. In aumento quello femminile,contro altre ragazzi o contro ragazzi. Quella delle ragazze è un bullismo più sottile,più studiato, quello dei ragazzi è più diretto. E quando sono in gruppo girano stupefacenti e si beve birra. Due week-end su 3 abbiamo 2 o 3 casi con problematiche etiliche, se si moltiplica il numero per tutti gli ospedali …

Come arrivano a voi i ragazzi da aiutare?
“In genere vengono dal pronto soccorso. Raccontano di essersi fatti male cadendo,andando in bicicletta,giocando a pallone. Quando la cosa non ci convince, cerchiamo diparlare e di tirare fuori la verità. Non è semplice perché capita che anche i genitori tacciano, magari per paura di ritorsioni. Ma è cosa sbagliata che noi contrastiamo. Dopo che il bullo ha compiuto l’atto,si spengono i riflettori e resta la vittima che vive e sopravvive con quel danno. Ecco noi ci occupiamo di aiutarla di dare una risposta. Il nostro ambulatorio è un posto dove venire a raccontare un problema, avere sicurezza. E’ un ambulatorio di cura ma anche di prevenzione”.

Si è fatto un’idea delle cause dell’aggravarsi della situazione?
“Manca molto l’alleanza scuola-famiglia, il parlarsi. Spesso genitori e professori minimizzano,parlano di bravate, anche se molte scuole cercano di fare molto.Capita che i genitori non vogliano riconoscere le colpe dei figli ma anche i genitori delle vittime minimizzano, magari è la vittima a cambiare scuola, non il bullo.E poi si hanno poche informazioni sul danno psicologico che rimane”.

E’ presto per sapere se la vostra iniziativa ha dato già risultati?
“Da settembre abbiamo visto più di 20 ragazzi vittime di bullismo e in due casi siamo già riusciti ad aiutarli a superare problemi psicologici. Noi abbiamo un numero di telefono al quale rivolgersi per sottoporre un problema di disagio e chiamano già in molti, anche da fuori della Lombardia, genitori, nonni, i ragazzi stessi, qualche insegnante, qualche preside, bulli mai”.

F. R.


L’ambulatorio funziona tutti i lunedì dalle 9.00 alle 17.30. Per avere un appuntamento,  si può chiamare il numero 02 63 63 29 03 il lunedì dalle 9.00 alle 14.00, ma  24 ore su 24 è attiva una segreteria. Si lascia un recapito e si viene richiamati.

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