Annuncio preoccupato del figlio


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Sakineh, forse venerdì la lapidazione

'Il Ramadan sta per finire e secondo la legge islamica le esecuzioni stanno per riprendere' sakineh_italia_296

Il figlio di Sakinek Mohammadi Ashtiani teme che la sentenza di condanna a morte della madre per adulterio, mediante lapidazione, possa essere eseguita venerdì prossimo, alla fine del mese sacro del Ramadan Sajjad Mohammadi, figlio 21enne di Sakineh, lo ha detto al telefono durante una conferenza stampa organizzata dal filosofo francese Bernard Henri-Levy. "Il Ramadan sta per finire" - ha ricordato Sajjad" - "e secondo la legge islamica le esecuzioni stanno per riprendere".

Grazie di cuore all'Italia
"Grazie di cuore all'Italia e a tutti quelli che si sono mobilitati. Ma serve di più, perché qui capiscono solo i rapporti di forza". E' il nuovo appello di Sajjad, figlio di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione. "Le dichiarazioni del governo italiano sono importanti - spiega il giovane - ma servono passi più formali, solenni, come la convocazione dell'ambasciatore a Roma. Penso anche al rafforzamento delle sanzioni, l'unico linguaggio che capiscono a Teheran".

Attraverso AdnKronos internazionale, il giovane ha chiesto l'intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Papa per fermare "le atrocità ingiustificate" cui è sottoposta la donna."Solo la mobilitazione mondiale può salvarla. Le voci di Carla Bruni e Francesco Totti hanno grande eco in Iran", spiega.

Shrin Ebadi: Occidente non fermi pressioni per Sakineh
Per salvare la vita a Sakineh Mohammadi, è "importante che adesso l'Occidente non abbassi la guardia": è quanto spiega in un'intervista a La Stampa Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a vincere il Premio Nobel per la Pace, nel 2003. "Bisogna continuare a tenere desta l'attenzione", occorre "che l'opinione pubblica non smetta di fare pressione, che tutti facciano la loro parte fino in fondo, che non prevalga la prudenza, il tatticismo", afferma l'ex giudice del tribunale di Teheran.

"Se la stampa dei paesi liberi dimentica i diritti umani, per noi sarà molto peggio", sostiene Shirin Ebadi. "Nulla può peggiorare la situazione di Sakineh, peggio di com'è adesso non può essere. Io credo che il regime iraniano, di fronte a tutte queste richieste a livello internazionale, dovrà fare un passo indietro", commenta il premio Nobel.