di Carla Toffoletti
Uomo, tra i 40 e 50anni di età, lavora prevalentemente nell’università e in Enti pubblici di ricerca, ma soprattutto precario per un tempo troppo lungo. Questo il quadro che emerge da una ricerca appena pubblicata da Irps/Cnr (Istituto di ricerche sulle popolazioni e le politiche sociali) e promossa dall’Unione Europea, sui ricercatori che operano nelle Scienze della vita, un campo con un ruolo chiave in settori considerati di importanza strategica per lo sviluppo delle scienze tout court, per la crescita economica e per gli sviluppi industriali. Un settore che in tutta Europa ha visto aumentare sia l’occupazione che il numero di progetti di ricerca.
“In Italia ci sono molti ricercatori di alta qualità – ci dice Sveva Avveduto, responsabile dell’indagine- ci siamo focalizzati su di loro, optando per un target d’eccellenza e studiandone la formazione, la carriera e l’evoluzione nel tempo. Emerge purtroppo che per i giovani le prospettive di occupazione si riducono progressivamente e la maggior parte di loro si rivolge a strutture straniere, impoverendo il Paese di preziosi cervelli”.
I dati indicano che la maggioranza degli intervistati ha tra i 40 e i 49 anni d’età, opera nelle Università o in un ente di ricerca pubblico, ha avuto un’esperienza di lavoro all’estero ma è tornato in Patria.
Per quanto riguarda la carriera è di più di 5 anni il tempo intercorso tra il conseguimento della laurea e l’inizio di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In Italia si assicura il posto di lavoro alla maggior parte dei ricercatori ‘eccellenti’ solo dopo un periodo lungo di selezione.
Più preoccupante la situazione dei giovani: i precari tra coloro che hanno meno di 39 anni sono il 22%. Le donne in media devono attendere molto più degli uomini per essere assunte.
Scarsa la mobilità intersettoriale che si riduce al passaggio da un’istituzione a un’altra del settore pubblico. Per quanto riguarda la mobilità internazionale la maggior parte ( 54,7%) ha avuto esperienze di lavoro all’estero. Il 42% dei ricercatori sotto i 39 anni afferma che sta cercando lavoro all’estero.
I ricercatori si dichiarano soddisfatti del loro lavoro ma denunciano stipendi troppo bassi e lo scarso impegno per la ricerca da parte dei ‘datori di lavoro’.