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I motivi del successo della mostra su Giulio Cesare

Parla il critico Achille Bonito Oliva

di E. G.

Quattrodicimila visitatori in due settimane settimane. Come si spiega Professore questo successo?
Giulio Cesare fu un uomo totale, che anticipò l’ideale rinascimentale. Fu uomo d’armi e di lettere (scrisse il “De bello gallico”). Ha saputo impostare una strategia politica innovativa, che però lo ha portato alla morte per mano dei suoi avversari. Fu il primo dittatore della storia, inteso proprio come conduttore, per questo spaventò la classe aristocratica, dalla quale tra l’altro proveniva. E’ stato molto riprodotto nella statuaria: di lui esiste una vasta documentazione visiva ante litteram. Fu amato a tal punto, da essere considerato dai politici dell’epoca non governabile. Per questo fu ucciso. E per questo ancora oggi è seguito e amato”.

Perché andare a vedere una mostra, anche se la prima nel mondo, dedicata a Giulio Cesare, invece di prendersi uno dei tanti libri scritti su di lui?
Perché in una società di massa anche l’occhio vuole la sua parte. E poi, mentre con il libro si ha una fruizione individuale del mezzo, in una mostra la fruizione è comune, condivisa da più persone. A una mostra l’attenzione è disattenzione e viceversa. Diventa un vissuto collettivo. In fondo, in entrambi i casi, ci si affida comunque all’opera di chi ha visto, vissuto e raccontato Giulio Cesare, a modo suo, in sculture, dipinti e ritratti, molti dei quali postumi. La statuaria romana ha un intento celebrativo e aggiunge, rispetto a quella greca, un elemento psicologico, una gravitas, che accosta il personaggio alla realtà, lo rende più reale e meno interpretabile.

Qual è il valore aggiunto dell’arte figurativa nel racconto e nella narrazione di un personaggio storico come Giulio Cesare?
L’immagine è una sorta di apparizione, è la descrizione del carattere e della personalità di un personaggio. Le statue, i busti, di Giulio Cesare riproducono elementi scolpiti che hanno il suo vissuto e un tratto di autorevolezza, dato da quel naso reso in tutte le opere molto evidente. Con il suo naso colma le distanze della storia e crea una continuità tra l’antica Roma, l’Urbis Eterna, e la Roma attuale.

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