Genova, città dei cantautori


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'Palco d'autore'

Riunire su un unico palco i vincitori o, comunque, i rappresentanti dei principali premi di musica d’autore; e farlo a Genova, “città dei cantautori”, nella scenografia del Porto Antico. Ecco così, il 17 settembre, ‘Palco d’Autore’, per mostrare al pubblico il percorso creativo di alcuni talenti della musica italiana. La direzione artistica è di Pepi Morgia. Ospiti: Fortis, Cristiano De André, Baccini, De Scalzi, Simona Molinari, Armando Corsi

 

 

di Roberta Balzotti

Riunire su un unico palco i vincitori o, comunque, i rappresentanti dei principali premi di musica d’autore; e farlo a Genova, “città dei cantautori”, in una sera di fine estate, nella scenografia del Porto Antico. Ecco così, il 17 settembre, ‘Palco d’Autore’ per mostrare al pubblico il percorso creativo di alcuni talenti della musica italiana. Agli artisti rappresentativi dei festival, si alterneranno ospiti d’eccezione: Alberto Fortis, Cristiano De André, che per la prima volta suonerà la chitarra di suo padre, Francesco Baccini, Vittorio De Scalzi, Simona Molinari e il chitarrista Armando Corsi. “Questa è la prima rassegna che mette in scena, tutti insieme, cantautori provenienti da nove festival, i principali”, dice il direttore artistico Pepi Morgia, che ha potuto realizzare quest’idea grazie alla produzione di Mara De Assis. “Vuole essere una vetrina. La canzone d’autore – sostiene – non si può rappresentare in un talent show, dove ci si esibisce su basi registrate. E poi non ne ha bisogno. Gli artisti di musica d’autore rimangono negli anni; hanno la strada più lunga e più difficile ma, quando arrivano, restano. Quelli usciti dai talent show vengono spremuti per due, tre anni e gettati via; hanno un successo e una visibilità più rapidi e rapidamente decadono”. Gli fa eco il giornalista e critico musicale Massimo Cotto, conduttore della serata: “La tv non può sostituire il palco. Anche un bel programma televisivo non si può comparare con il valore della musica dal vivo, perché il palco è il luogo dove tutto accade. Festival come quelli rappresentati in questa manifestazione sono fondamentali per dare uno spazio a quella musica che, pur essendo di qualità, non conquista posti in classifica ma ha diritto di cittadinanza”.

Per il Premio Gaber c’è Gian Piero Alloisio, drammaturgo, collaboratore di Giorgio Gaber, esponente del teatro-canzone; per il Premio De André, Cordepazze, gruppo siciliano che ha vinto nel 2007; per il Premio Bindi, il vincitore dell’edizione 2010, Roberto Amadé, del quale proprio in questi giorni è uscito il primo album, “Tutti gli incanti del mondo”. Per il Premio Tenco è stato invitato il cantautore Dente, finalista nel 2009 nella sezione ‘Album dell’anno’, che sta ottenendo sempre più consensi; per Musicultura (all’epoca si chiamava ancora Premio Recanati), Patrizia Laquidara, vincitrice nel 2002 con ben tre riconoscimenti: passo dopo passo, s’è costruita una carriera che oggi la fa essere una delle più apprezzate cantautrici e interpreti da parte di critica e pubblico. E ci sono il cantautore romano Pino Marino, vincitore della prima edizione dell’Artista che non c’era, e la giovanissima Erika Mineo, vincitrice della sezione Nuove Proposte del Premio Lunezia. A rappresentare il Premio Pigro, dedicato a Ivan Graziani, c’è il figlio del cantautore teramano, Filippo, impegnato dallo scorso anno con “Viaggi e intemperie”, concerto nel quale ripropone le canzoni del padre. Per il Premio Bianca d’Aponte, riservato a cantautrici e musiciste, c’è la vincitrice del 2009, Momo. Due dischi all’attivo, concerti, partecipazioni a trasmissioni televisive, un largo seguito di pubblico, quello è stato il secondo concorso della sua carriera (nel 2007 aveva vinto il Gaber). “Il fatto che la selezione delle dieci finaliste avvenisse in anonimato mi ha spinta a rimettermi in gioco – spiega Momo -. Volevo sottopormi al giudizio senza che si sapesse chi fossi. Sono stata selezionata e alla fine ho anche vinto”.

In una rassegna dedicata ai festival non può mancare il vincitore di ben 12 concorsi per cantautori: il romano Piji, al secolo Pierluigi Siciliani, che quelli citati li ha vinti quasi tutti e se non li ha vinti ha comunque partecipato. “I concorsi sono l’unica finestra per mostrarsi e farsi ascoltare dagli addetti ai lavori che stanno in giuria, perché da qualche anno non vengono più a cercarci nei locali come una volta – dice – E’ stato proprio a un paio di concorsi che mi ha visto Enrico De Angelis del Premio Tenco, la più importante rassegna di musica d’autore che ci sia, e mi ha invitato nell’edizione dello scorso anno, facendomi esibire da ospite per 15 minuti. Certo, vincere è importante, ogni volta è un’iniezione di benzina, una spinta ad andare avanti”.