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Epifani: “Terapia d’urto contro la crisi”

Il leader della Cgil propone un piano in sei punti, ma… non esclude lo sciopero generale epifani_296

di Francesco Chyurlia

Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ne è convinto: “Per uscire dalla crisi economica serve una terapia d’urto. E il Comitato direttivo della prossima settimana deciderà data e modalità di unificazione delle varie iniziative di lotta programmate nei prossimi giorni dalle diverse categorie”.

E’ un messaggio chiaro, inequivocabile, senza troppi fronzoli, quello “spedito” dal leader del più grande sindacato italiano a governo, Confindustria, ma anche a agli amici di Cisl e Uil: ricercare soluzioni concordate per tutelare lavoratori e pensionati finchè è possibile. Poi però servono risposte forti per i cittadini stretti nella morsa della crisi. Anche lo sciopero generale? Epifani non ama anticipare mai decisioni che verranno prese collegialmente a Corso d’Italia, ma non lo esclude.

Il calendario di manifestazioni e scioperi per il mese di novembre è ricco. E poi coinvolge quasi tutte le categorie…
Sì, è vero. Come il 7 novembre scorso anche il 14  incroceranno le braccia i lavoratori del pubblico impiego, in attesa della proclamazione di uno sciopero generale già annunciato dalla Funzione pubblica contro il protocollo Brunetta; il 15 novembre sarà mobilitazione generale per i lavoratori del commercio contro l’accordo separato mentre il 12 dicembre toccherà ai metalmeccanici della Fiom che hanno indetto uno sciopero generale per l’intera giornata. Non solo, il 13 novembre i pensionati daranno il via a una manifestazione per rivendicare politiche di welfare più attente alle loro esigenze mentre il 14 novembre scenderanno in piazza a manifestare gli universitari.

Ma non correte il rischio di restare isolati, se Cisl e Uil non vi seguiranno?
La Cgil non finirà in un angolo: ogni volta che ci hanno provato si sono dovuti ricredere e questo avverrà anche questa volta. Per quanto riguarda il rapporto con gli altri sindacati noi sappiamo che la gente continuamente ci chiede di rimanere uniti. Per noi l'unità è un valore straordinario e queste sono divisioni che abbiamo subito, che non abbiamo voluto noi ma anzi che abbiamo cercato di contrastare e che contrasteremo.

Però nella vertenza per il Pubblico impiego una divisione c’è stata.
In questi mesi ho trovato consenso alla scelta di dire no a Brunetta perché la sua proposta prevede un aumento pari alla metà dell'inflazione, non dà risposte ai precari e non cambia l'impegno sugli oneri accessoriMa se è così perché Cisl e Uil accettano ora quello che non hanno accettato prima?

E sul contratto del commercio?
Quell'accordo separato è stato voluto; l’hanno fatto mentre noi chiedevamo una sospensione. Il fatto stesso che le altre organizzazioni dicano che si trattava di problemi minimi, non giustifica: proprio per questo bisognava trattare. Non si fa per queste ragioni un accordo separato. Ci si deve confrontare sul merito e non su insulti e invettive. Sul merito si vedrà quello che ci unisce e ci divide ma questa è l'ennesima prova di quanto sia importante avere regole anche sulla rappresentanza e sulla rappresentatività del sindacato. Noi non abbiamo avversari nelle altre organizzazioni e  vogliamo restare una forza serena e aperta.

Recessione è un vocabolo che fa paura perché evoca scenari che l’Italia ha conosciuto a più riprese. Voi cosa proponete?
Proponiamo un vero e proprio manifesto-piattaforma in sei punti contro la crisi. Innanzitutto sostegno all’occupazione anche con l’incremento della dotazione del Fondo per gli ammortizzatori sociali e la sua estensione a tutti i lavoratori che attualmente non ne hanno diritto. Poi l’utilizzo delle risorse destinate alla detassazione degli straordinari e del lavoro supplementare. Si tratta di favorire un intervento di sostegno all’occupazione fondato su sgravi o credito di imposta. Per il sostegno al reddito chiediamo un intervento di riduzione del prelievo fiscale su salari e pensioni nel prossimo biennio. Occorre agire o con un intervento sulle detrazioni o con la restituzione del fiscal drag. Agevolazioni nella ricontrattazione dei mutui. Una richiesta, da prevedere in via eccezionale per i prossimi due anni, che si può concretizzare ponendo parte degli oneri a carico del Tesoro e sostituendo l’Euribor con il tasso applicato dalla Bce al rifinanziamento delle banche. Lotta all’evasione e all’elusione fiscale contributiva.

E per le imprese? Per il sistema produttivo?
Sulla politica a sostegno agli investimenti chiediamo la garanzia del Tesoro agli affidamenti già concessi dalle banche fino al compimento degli investimenti previsti dalle stesse imprese. La previsione di un fondo aggiuntivo, oltre il fondo istituito dalla Banca europea degli investimenti, per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, a partire dal Mezzogiorno. Il quarto punto è sugli investimenti pubblici: la Cgil rivendica investimenti infrastrutturali immediatamente cantierabili. Il ripristino del Fas (Fondo aree sottoutilizzate). Sostegno ai processi di risparmio ed efficienza energetica nella produzione, nei trasporti e nel civile. Più edilizia popolare e affitti più leggeri. Rivendichiamo un sostegno al reddito delle famiglie e dei giovani inoccupati. Il rafforzamento del sistema di welfare, un piano straordinario per ampliare i servizi per l’infanzia e per la non autosufficienza degli anziani.  E infine l’immigrazione. Chiediamo un provvedimento di regolarizzazione degli immigrati perché sono una risorsa per lo sviluppo.

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