“I problemi principali che dobbiamo risolvere sono: fare un nuovo modello contrattuale che preveda un aumento di salari anche attraverso la detassazione degli aumenti del secondo livello, una politica di investimenti, modificare la riforma della scuola elementare e affrontare il tema dei redditi dei lavoratori dipendenti e da pensione anche con la detassazione della tredicesima”. Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, non fa preamboli ed entra subito in tema di priorità e strategie anti-crisi.
Queste proposte non posso sembrare inopportune in un contesto recessivo, come l’attuale?
Certamente esistono grossi problemi di debito e deficit pubblico. Ma l’urgenza è quella di ridurre l’impatto sui cittadini che può avere la recessione. Questo si può fare soltanto facendo investimenti e soprattutto cercando di sostenere i redditi.
Quando parli di riforma del modello contrattuale, ti riferisci al pubblico o al privato?
Intendo un modello contrattuale che valga per tutti.
A che punto siete tra voi, sindacati confederali, e nei confronti degli altri soggetti coinvolti nella trattativa?
Abbiamo incontrato quasi tutte le categorie delle imprese che si sono dichiarate disponibili. Ora aspettiamo che il governo, protagonista numero uno, apra questo tavolo per varare il nuovo modello contrattuale. Anche il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha detto una cosa interessante: applicherà il modello che verrà definito anche con i rappresentanti dei privati e, quindi, sosterrà il modello contrattuale unificato.
Nell’incontro di giovedì all’Abi avete affrontato il tema del credito?
Le banche sono la chiave di volta di una politica che eviti o quantomeno riduca l’impatto della recessione sul sistema produttivo. La quantità e il costo dei finanziamenti è determinante per le imprese, ma anche per le famiglie.
F.Ch.