di Loredana Capotondi
Chiude oggi con uno spettacolo all’Auditorium Rai Arturo Toscanini, che vede la partecipazione del pianista Giovanni Allevi, la 62ma Edizione del Prix Italia.
Un titolo per questa edizione molto impegnativo: “Il Futuro in Anteprima”, chiediamo alla dottoressa Giovanna Milella, Segretario Generale del Prix Italia, di spiegarci il perché di questa scelta.
"Il Futuro in anteprima perché il Prix è il momento in cui ogni anno si analizza come si sta evolvendo la comunicazione, l’informazione, i programmi di radio, televisione, internet sia per quanto riguarda i contenuti sia per quanto riguarda le tecnologie. Naturalmente le due cose si incrociano perché con nuove tecnologie si possono avere anche contenuti diversi, insomma c’è un’ interazione tra il contenuto e il contenitore .perché si va verso una multimedialità , verso una centralità di Internet, verso un uso sempre più ricco del telefonino in cui uno può trovare la connessione con internet, i programmi radiofonici e televisivi., che naturalmente subiranno anche delle trasformazioni perché quelli che ci sono adesso non è detto che vadano bene per essere visti su uno schermo piccolissimo. Quindi c’è tutta un’evoluzione : linguaggi diversi , tempi diversi e, auspichiamo, che ci sia anche una qualità superiore e che non si investa solo nelle tecnologie ma anche per migliorare i contenuti".
Il Prix registra gli inevitabili cambiamenti culturali pur mantenendo una memoria storica?
"Il Prix è un concorso che raccoglie ogni anno circa 300 programmi che sono il meglio della produzione delle grandi radiotelevisioni del mondo. Diventa inevitabilmente un’osservatorio dei cambiamenti culturali, nonché una stratificazione storica. Quando noi andiamo a ripigliare edizioni del passato scopriamo un mondo diverso. Una memoria storica importante il Prix Italia e il suo archivio, che tra l’altro è ormai tutto in digitale, quindi c’ è una trasformazione nella vita del Prix . Abbiamo introdotto delle novità anche nel lavoro delle giurie, soprattutto per alcune categorie, i giurati hanno potuto cominciare a guardare, non selezionare perché questo lo fanno insieme quando si riuniscono,alcuni programmi che loro hanno ricevuto attraverso il computer con una password personale e hanno potuto così portarsi avanti nel lavoro. Questo consente alle radiotelevisioni di tenere fuori sede per meno giorni i loro dirigenti. In un momento di crisi anche questo è molto importante. Si va quindi verso un accorpamento e come in tutte le cose si va verso un processo più rapido ma lo stesso preciso e analitico".
Non si rischia in questo modo di diminuire la qualità?
"No, perché noi con questa possibilità di digitalizzare e essere una comunità che si ritrova fisicamente al Prix ma dialoga anche a grande distanza attraverso Internet., in realtà riusciamo a fare un lavoro che va ben oltre la settimana del Prix a settembre e penso che il Prix possa diventare un’attività permanente, un osservatorio permanente".
Un altro punto molto interessante di questo Prix Italia è la donna e la sua immagine in televisione. La Commissione Donne della Copeam (Conferenza Permanente dell’Audiovisivo nel Mediterraneo) ha condotto uno studio su quest’argomento.
"Sì e dai programmi di quest’anno in concorso viene fuori un’immagine della donna che finalmente comincia ad arrivare a posizioni chiave del potere, con tutti i problemi che ne conseguono Perché deve conciliare il suo essere donna con una responsabilità molto forte .C’è un programma per esempio che racconta la vita di una donna ministro e un altro programma che racconta di una donna che si fa carico di essere candidata per le quote rosa e porta avanti questo compito con grande Entusiasmo.L’anno scorso ha vinto un programma della Costa d’Avorio che era intitolato “L’Africa sulle spalle delle donne” e si sottolineava come in quel Continente lo sviluppo che sta avanzando sia tutto grazie alle donne che sono quelle anche che cominciano a tireare le loro attività, ad avere il microcredito, ad avere un minimo di struttura familiare. Ci si basa fondamentalmente su di loro. La figura maschile è come di passaggio. Voglio segnalare che al teatro Gobetti, fuori concorso, c’è un film su Vittorio Gassman, con Paola Gassman che legge delle poesie. Alle 18 anteprima della fiction di Raduno “Le ragazze del swing”,presenti le tre protagoniste che impersonano il famoso Trio Lescano e alle 20,30 il film con Isabelle Adjani “ della gonna” che ha vinto il Premio Italia l’anno scorso e il Cesar quest’anno".