Forum sull’economia dei rifiuti


Stampa

Ogni anno ‘perse’ 1 mln di tonnellate di plastiche

Gli esperti del settore: non tornano i conti rifiuti_plastica_296

Ogni anno si perde traccia in Italia di un milione circa di tonnellate di materie plastiche: rifiuti di pregio per la possibilità di essere riutilizzati e dal grande valore economico. Tutta materia che scompare dalle registrazioni ufficiali e che non viene trattata nel riciclo in Italia.

A fare il punto della situazione sono gli esperti riuniti a Ischia in occasione del Forum Internazionale sull'economia dei rifiuti, organizzato da Polieco, il consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di poliuretano, proprio mentre a Napoli torna l'emergenza.

Claudia Salvestrini, direttore di Polieco, spiega che ci sono due tipologie di traffici, uno legale e l'altro illegale. I rifiuti vengono venduti all'estero dove vengono riutilizzati con il riciclo. Ma i canali illegali sottraggono due volte risorse al paese, perche' ''facendo uscire materia prima da reperire si rischia la paralisi del riciclo''. Ma gli esperti mettono in guardia anche da un altro rischio: non ci sono certezze su come le materie, in particolare plastiche, vengano lavorate in alcuni impianti dell'Oriente. I mancato rispetto di alcune regole di igiene puo' portare sul mercato prodotti, come giocattoli o, tanto per fare un esempio, contenitori per gli alimenti, pericolosi per la salute.

Il presidente del Consorzio PolieCo, Enrico Bobbio, tira le somme: ''Nel comparto del riciclo dei rifiuti i numeri non tornano - ha dichiarato - ed e' un nostro preciso dovere lanciare un grido d'allarme affinche' si corra ai ripari e s'invertano tendenze negative e per certi versi pericolose. La nuova Direttiva comunitaria n. 98/2008 e' molto chiara in materia di obblighi degli Stati membri nei confronti della pratica del riciclo. L'UE ha voluto ribadire come, nel ventaglio di azioni volte alla corretta gestione dei rifiuti, il riciclo non e' piu' un'opzione ma una necessita' irrinunciabile. Il riciclo, infatti, rappresenta gia' oggi una ricchezza e i prodotti riciclati saranno la materia prima indispensabile e strategica dei prossimi anni''. Coni d'ombra emergono anche dallo studio presentato dalla professoressa Maria Ioannilli. Perche' taluni imprenditori preferiscono vendere il prodotto all'estero? Che cosa sta perdendo l'Italia nella partita internazionale per la gestione dei materiali derivanti dal riciclo dei rifiuti? Gi esperti hanno maturato un'ipotesi di concorrenza sleale da parte di talune imprese che, di fatto, sembrano condizionare il mercato dei materiali a danno dei riciclatori più virtuosi.

Massimo Lepri dell'Università Carlo Cattaneo, ha proposto all'uditorio la nuova mappa geopolitica delle scelte del mercato dei rifiuti, evidenziando, tra l'altro, come ormai esistano ampie zone del mondo sottratte ai piu' elementari controlli sul processo di smaltimento dei rifiuti, trasformate di fatto in vere e proprie pattumiere, con conseguenze immaginabili per le popolazioni locali e possibili ricadute a livello mondiale in termini ambientali.