Destinazione Thailandia


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Viaggio nel Paese del sorriso

Dopo le proteste di aprile, situazione normalizzata

La prima cosa che colpisce il viaggiatore che atterra al Suvarnabhumi, il nuovo, avveniristico aeroporto di Bangkok, è il sorriso della gente. Non a caso la Thailandia è definita “il paese del sorriso”. Che, negli ultimi tempi, si era decisamente spento, per via delle contestazioni dei sostenitori dell’ex-premier Taksim all’attuale primo ministro Abhisit. Proteste, quelle delle cosiddette “camicie rosse”, sfociate in gravi disordini di piazza e represse nel sangue.

L’immagine internazionale della Thailandia ne è risultata assai compromessa e, a causa dei problemi legati alla sicurezza, il turismo è stato il primo settore economico a risentirne. Considerato che costituisce una delle principali voci del pil, le autorità thailandesi hanno dovuto fare i salti mortali per limitare i danni e convincere il mondo intero che la situazione a Bangkok, e nelle altre provincie coinvolte, è assolutamente normale. Nessun rischio, si può girare in assoluta tranquillità. Abhisit lo ha ribadito, per l’ennesima volta, proprio in questi giorni.

Tant’è che la sua residenza, un anonimo villino periferico, è piantonata solo da quattro militari annoiati ed accaldati. Per assicurare ai turisti un soggiorno sicuro, la Thailandia (è bene saperlo, ndr) ha esteso l’assicurazione di viaggio gratuita a tutti gli stranieri fino al 31 marzo 2011, nel caso subiscano danneggiamenti o non siano in grado di viaggiare a causa di sommosse e scontri. Scontri che non hanno mai interessato le principali destinazioni turistiche, a parte la capitale. La Thailandia totalizza 14,5 milioni di turisti l’anno, nel 2011 mira a farne 15, nonostante la crisi politica locale e quella economica mondiale.

Quest’anno il paese si è aggiudicato 4 dei 10 riconoscimenti annuali del Traveler’s Choise Awards 2010 per le migliori destinazioni balneari in Asia. I prezzi bassi e l’ottima qualità dei servizi, oltre all’indubbia bellezza dei luoghi, costituiscono degli atout considerevoli, che la Thailandia si è sempre giocata con grande abilità, garantendosi, ad esempio, collegamenti aerei di qualità con la Thai, la compagnia di stato, una delle prime del mondo, che proprio quest’anno compie i 50 anni di attività.

Se Bangkok è una megalopoli ipertecnologica e proiettata verso il cielo (il nuovo treno sospeso, lo Skytrain, che la attraversa, è uno dei simboli della corsa verso il futuro), l’interno del paese, in particolare le campagne, mostrano quanti passi debba ancora fare la Thailandia per uscire dallo status di paese povero. La disparità sociale ed economica fra le aree urbane e quelle rurali è ancora alta, ma il governo sta investendo molto per l’ammodernamento delle infrastrutture, in modo da portare il turismo anche in zone normalmente meno battute, ma non per questo di seconda scelta. La natura thailandese è lussureggiante e, spesso, ancora incontaminata.

La zona al confine con la Birmania, a nord, che si raggiunge partendo dalla bella città di Chang Mai, e il classico esempio di giungla indocinese, da visitare in assoluta tranquillità. Altra destinazione poco conosciuta, ma estremamente suggestiva, è il parco nazionale di Khaoyai, a 200 km da Bangkok, inserito dall’Unesco tra i patrimoni dell’umanità. Duemila kmq., 3000 specie di piante, 320 di uccelli e 67 di mammiferi, fra i quali elefanti, orsi tibetani, tigri, coccodrilli.

Quanto a Bangkok, offre di tutto: templi, pagode, monumenti, mercatini, centri commerciali di lusso, ristoranti di tutti i tipi, evasioni notturne. Per rendersi conto di quanto la città, oltre che verso il futuro, sia proiettata verso il cielo, basta prendere un aperitivo al Vertigo, la terrazza bar al 61° piano del grattacielo Banyan Tree. Panorama, per l’appunto, da vertigine.

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