C’è un luogo, ad un’ora di macchina da Bangkok, dove il tempo sembra essersi fermato all’epoca postbellica, quando la tecnologia faceva i primi passi e il progresso cominciava a scavare fra le città e le campagne un solco profondo. Che, in alcuni paesi, soprattutto quelli asiatici del cosiddetto (ex) terzo mondo, è rimasto ancora tale.
Basta uscire dalla capitale, ormai ipertecnologica, incementata da grattacieli avveniristici e da centri commerciali di gran lusso, per rendersi conto di come il divario economico e sociale tra le aree urbane e le campagne sia ancora molto accentuato e, almeno per ora, difficilmente colmabile. Sono comunque i luoghi rimasti fermi nel tempo quelli che esercitano il maggior fascino sull’occhio occidentale, avvezzo da tempo alle esibizioni tecnologiche ed alle peripezie edilizie. Il luogo di cui sopra si chiama Maeklong, ed è un piccolo paese situato a metà strada tra Bangkok e Ayutthaya. La peculiarità di Maeklong è il mercato del pesce, collocato sulle rotaie della ferrovia, sulle quali, due volte al giorno, passa il treno, una sorta di antica littorina, che trasporta il pesce fresco da Samut Sakhon, una località sulla costa dove viene scaricato e lavorato in decine di piccoli capannoni, per poi essere trasportato nelle città situate lungo il tragitto.
Quasi tre ore di viaggio, per arrivare a metà mattinata al capolinea, Maeklong, dove il piccolo convoglio attraversa una fila di costruzioni collocate a ridosso delle rotaie. Ed è lì che si tiene questo suggestivo mercato, dove oltre al pesce si possono trovare tutti i prodotti ortofrutticoli della zona, per non parlare delle svariate varietà di insetti (cavallette, lombrichi, scarafaggi) che a noi fanno orrore, ma che per molti thailandesi sono cibo prelibato. Il treno attraversa a passo d’uomo questo coloratissimo mercato, e i venditori fanno letteralmente un passo indietro. Si ritirano le tende, i banchi vengono fatti scorrere indietro su piccoli binari, giusto lo spazio per far passare il convoglio, mentre le ceste rimangono fra le rotaie, i vagoni sono più alti. Poi si rioccupa lo spazio, come se nulla fosse, per ripetere l’operazione quando il treno torna indietro.
Maeklong è un posto al di fuori degli itinerari turistici più battuti, bisogna farci un viaggio apposta. Ma ne vale la pena, perché consente di scoprire un angolo di mondo dove il tempo scorre più lentamente che altrove. Con un’altra ora di tragitto, un po’ più a nord, si può raggiungere Damnoensadouak, un altro mercato molto caratteristico. Invece che sulla terraferma, questo si tiene sull’acqua, all’interno di un groviglio di canali sui quali galleggiano un’infinità di piccole imbarcazioni cariche di ogni genere di mercanzia. Sono soprattutto le donne a tenere banco, accovacciate su piccole canoe accostate alla riva. Si arriva in barca, ovviamente, sui cosiddetti “long-tail”, le lunghe piroghe dal motore potente e dall’elica distante dalla poppa, guidate con piglio sportivo da giovanotti tanto esperti quanto spericolati.
A Damnoensadouak si scende, e si comincia a contrattare con il coltello fra i denti con i venditori, che contemporaneamente remano, prendono la merce, discutono con gli avventori, afferrano i soldi e danno anche il resto, dando prova di un equilibrio circense. Un latte di cocco per rinfrescarsi e riprendersi dall’umidità della giungla, e si torna a Bangkok, per tuffarsi nel Suan Lum Night Bazaar, l’immenso mercato notturno dove si può trovare ogni genere di mercanzia, generalmente di bassa qualità, a cominciare dai falsi. Fra un banco e l’altro, con un po’ di pazienza e con un occhio allenato, si possono trovare oggetti interessanti a prezzi stracciati, ma non si può certo sperare di concludere l’affare del secolo.
>>> GUARDA LA FOTOGALLERY