di Federica Marino
Mentre il Veneto conta i danni e si risolleva dall’ondata di maltempo che lo ha travolto, a Verona si svolge la 112esima edizione di Fiera Cavalli. I dati del primo giorno parlano di una flessione del 5% negli ingressi, perfettamente compatibile, commenta il presidente dell’Ente Fiera, Riello, con i disagi dell’emergenza meteo.
Un’edizione, quella del 2010, all’insegna del confronto con la neonata Cavalli a Milano appena conclusa, tra concorrenza annunciata e orgoglio storico. Con qualche strascico di polemica sulla quasi contemporaneità delle due fiere, la kermesse prosegue lungo la strada intrapresa ormai da qualche anno: coniugare la tradizione storica equestre e le prospettive di sviluppo di un settore non più trainante ma certo prestigioso e di élite.
Nata come fiera mercato, VeronaCavalli continua così a proporsi come vetrina internazionale per le razze equine italiane ed estere, valorizzandone la tradizione e la provenienza: dietro un cavallo, c’è la cultura dei suoi cavalieri, si tratti di butteri maremmani o di cow-boys. L’agonismo: compie dieci anni il prestigioso appuntamento con il salto ostacoli di Jumping Verona, 350mila euro di montepremi contesi da cavalieri di primo livello, per una tappa ufficiale del circuito della Rolex FEI World Cup.
Tra allevamento e campo gara, il turismo, settore al centro dell’economia nazionale che trova nell’universo equestre spunti sempre diversi: la trovata più recente, poi tre punti forti, i nuovi innesti sull’albero di VeronaCavalli: l’educazione, lo spettacolo e il benessere. Nel Villaggio del bambino è invasione di scolaresche, in attesa del pienone familiare del finesettimana: pony e asini tutto a “misura di bambino”, laboratori didattici e animazione a tema sono gli ingredienti, un modo intelligente di avvicinare cuccioli umani e animali, per farne non necessariamente piccoli campioni ma certamente appassionati frequentatori di equidi. Il cavallo come aiutante nell’educazione dei giovani è stato anche al centro del convegno internazionale Abilitazione e riabilitazione equestre a partire dall’età evolutiva”, organizzato dalla Fiera con il ministero della Salute e il Centro di Referenza nazionale per gli Interventi Assistiti dagli Animali. Concetto di fondo dell’incontro, il ruolo fondamentale del cavallo come educatore e “abilitatore” nella fase dell’adolescenza,prima, cioè che il “normale” disagio proprio di questa delicata fase evolutiva, non adeguatamente supportato, possa radicarsi e sfociare in disagio psichico o sociale.
Infine, Horse Lyric: anche in questo caso Verona Cavalli ha fatto la scelta forte – e quasi forzata vista la vocazione lirica della città scaligera - di fondere musica e arte equestre, potenziando la bellezza di entrambe. Diversi nuovi numeri nell’edizione 2010, e due “prime volte” ad aprire e chiudere: il carosello equestre dei Lancieri di Montebello e da Jerez de la Frontera il Florilegio della Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre. Di nuovo in Italia dopo vent'anni, la Real Escuela porta a Verona un “ballo equestre” in costumi del XVIII secolo: la “doma vaquera” e le “arie alte” dell’equitazione storica si avvicendano in armonia: svanisce la distinzione tra “monta da lavoro” ed eleganza formale, quando al centro della scena c’è il cavallo. In mezzo altri numeri interessanti, come “Arlesiana”, in cui Anna Vinuesa, nove anni di età e cinque in mezzo ai cavalli, gioca con trentacinque cavalli Camargue, accompagnata dal padre Renaud.
Il collaudato format veronese continua a cercare soluzioni nuove, restando nella scia della tradizione: se sia la strada giusta, saranno le prossime edizioni a dirlo. Certamente vincente, c9omunque vada, il cavallo.