"Verbum Domini"


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Il Papa: 'Mai violenza e guerre in nome di Dio'

'Sì al dialogo con l'Islam, ma si affermi la reciprocità' g

"Ancora una volta desidero ribadire che la religione non può mai giustificare intolleranza e guerre. Non si può usare la violenza in nome di Dio!". Lo afferma Benedetto XVI nell'esortazione post-sinodale "Verbum Domini", pubblicata oggi, che raccoglie le riflessioni e le proposte del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio svoltosi in Vaticano nell'ottobre 2008. La parola di Dio è anche "fonte di riconciliazione e di pace", scrive il Papa.

Ricordando che le situazioni di "ostilità" nel mondo spesso "sembrano assumere l'aspetto del conflitto interreligioso", Ratzinger fa appello al fatto che "ogni religione dovrebbe spingere verso un uso corretto della ragione e promuovere valori etici che edificano la convivenza civile".

PAPA: DIALOGO CON ISLAM, MA SI AFFERMI LA RECIPROCITA' - Benedetto XVI auspica che "i rapporti di fiducia, instaurati da diversi anni, fra cristiani e musulmani, proseguano e si sviluppino in uno spirito di dialogo sincero e rispettoso". Tuttavia, scrive il Papa nell'esortazione post-sinodale "Verbum Domini", "il dialogo non sarebbe fecondo se questo non includesse" la "reciprocità in tutti i campi" e il riconoscimento della "libertà di professare la propria religione in privato e in pubblico, nonché la libertà di coscienza".

Ribadendo che la Chiesa vede "con stima" i musulmani, il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, svoltosi in Vaticano nell'ottobre 2008, auspica lo sviluppo di un dialogo basato sull'approfondimento di valori come "il rispetto della vita", "i diritti inalienabili dell'uomo e della donna e la loro pari dignità", nonché l' apporto delle religioni al bene comune, tenendo conto "della distinzione tra l'ordine socio-politico e l'ordine religioso". E mentre promuove la collaborazione tra gli esponenti delle diverse religioni, ricorda ugualmente "la necessità che sia effettivamente assicurata a tutti i credenti la libertà di professare la propria religione in privato e in pubblico, nonché la libertà di coscienza": infatti, "il rispetto e il dialogo - scrive Benedetto XVI raccogliendo le proposte dell'assemblea - richiedono la reciprocità in tutti i campi, soprattutto per quanto concerne le libertà fondamentali e più particolarmente la libertà religiosa". "Essi - conclude - favoriscono la pace e l'intesa tra i popoli".

PAPA: DIALOGO CON EBREI PREZIOSO PER LA CHIESA - "Desidero riaffermare ancora un volta quanto prezioso sia per la Chiesa il dialogo con gli ebrei". Lo scrive Benedetto XVI nell'esortazione post-sinodale "Verbum Domini", pubblicata oggi, relativa al Sinodo dei Vescovi dell'ottobre 2008 sulla Parola di Dio.

"E' bene - afferma il Papa - che dove se ne veda l'opportunità si creino possibilità anche pubbliche di incontro e confronto che favoriscano l'incremento della conoscenza reciproca, della stima vicendevole e della collaborazione anche nello studio stesso delle Sacre Scritture". Osservando che "la rivelazione dell'Antico Testamento continua a valere per noi cristiani", il Pontefice ribadisce che "la radice del Cristianesimo si trova nell'Antico Testamento e il Cristianesimo si nutre sempre a questa radice". Di qui deriva un "legame peculiare" tra "cristiani ed ebrei, un legame - dice il Papa - che non dovrebbe mai essere dimenticato".

PAPA: VICINO A CRISTIANI AGGREDITI, TUTELARE LIBERTA' DI FEDE - "Ci stringiamo con profondo e solidale affetto ai fedeli di tutte quelle comunità cristiane, in Asia e in Africa in particolare, che in questo tempo rischiano la vita o l'emarginazione sociale a causa della fede". Lo scrive Benedetto XVI nell'esortazione past-sinodale 'Verbum Domini', pubblicata oggi, relativa al Sinodo dei vescovi dell'ottobre 2008 sulla Parola di Dio. "Nel contempo - afferma ancora il Papa - non cessiamo di alzare la nostra voce perché i governi della Nazioni garantiscano a tutti la libertà di coscienza e di religione, anche di poter testimoniare la propria fede pubblicamente".

"La Chiesa - afferma papa Ratzinger - deve andare verso tutti con la forza dello Spirito e continuare profeticamente a difendere il diritto e la libertà delle persone di ascoltare la Parola di Dio, cercando i mezzi più efficaci per proclamarla, anche a rischio della persecuzione".

PAPA: ANNUNCIARE DIO, MONDO LO SENTE SUPERFLUO ED ESTRANEO - "In un mondo che spesso sente Dio come superfluo ed estraneo", "non esiste priorità più grande di questa: riaprire all'uomo di oggi l'accesso a Dio, al Dio che parla e ci comunica il suo amore perché abbiamo vita in abbondanza". Lo scrive Benedetto XVI nell'esortazione post-sinodale "Verbum Domini", pubblicata oggi, relativa al Sinodo dei Vescovi dell'ottobre 2008 sulla Parola di Dio. Benedetto XVI sottolinea con forza che "Dio parla e interviene nella storia a favore dell'uomo". La Parola di Dio, infatti, "non si contrappone all'uomo, non mortifica i suoi desideri autentici, anzi li illumina, purificandoli e portandoli a compimento". Secondo Ratzinger, invece, nella nostra epoca purtroppo si è diffusa, soprattutto in Occidente, l'idea che Dio sia estraneo alla vita e ai problemi dell'uomo e che, anzi, la sua presenza possa essere una minaccia alla sua autonomia".

In realtà, per il Papa, "solo Dio risponde alla sete che sta nel cuore di ogni uomo!". Per questo, "riscoprire la centralità della Parola di Dio" nella vita personale e della Chiesa e "l'urgenza e la bellezza" di annunciarla per la salvezza dell'umanità come "testimoni convinti e credibili del Risorto" è, in sintesi, il messaggio centrale dell'esortazione apostolica che raccoglie le riflessioni e le proposte emerse dal Sinodo svoltosi in Vaticano nel 2008. Il documento, lungo quasi 200 pagine, è un appassionato appello rivolto dal Papa ai vescovi e ai sacerdoti, alle persone consacrate e ai laici a "diventare sempre più familiari con le Sacre Scritture", non dimenticando mai "che a fondamento di ogni autentica e viva spiritualità cristiana sta la Parola di Dio annunciata, accolta, celebrata e meditata nella Chiesa".