La giunta militare di Myanmar ha confermato la decisione di rilasciare Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione attualmente agli arresti domiciliari, ma la tempistica non è ancora stata decisa. E' quanto spiega oggi una fonte del ministero dell'Informazione birmana, dicendo che ''è in corso il piano per il rilascio di Suu Kyi, ma il giorno del suo rilascio non è ancora noto''.
Il mandato di arresto per il Nobel per la Pace scade domani e i leader della Lega Nazionale per la Democrazia, il partito di Suu Kyi, si riuniscono oggi proprio per decidere la strategia da adottare, come ha spiegato il suo avvocato Nyan Win. Ma ''non si può fare molto fino a quando non sapremo la reale tempistica del suo rilascio'', ha aggiunto. A Myanmar, intanto, sono state rafforzate le misure di sicurezza, ma non è chiaro se sia un provvedimento che vi di pari passo con il possibile ritorno il libertà di Suu Kyi o con le conseguenze delle elezioni di domenica, le prime in 22 anni, alle quali sono seguiti scontri tra esercito e ribelli.
"Se la rilasceranno, non è perché i termini di detenzione sono scaduti. Possono sempre trovare una scusa per tenerla in arresto'', ha spiegato Maung Zarni, ricercatore presso la London School of Economics specializzato in Myanmar. Benjamin Zawacki, di Amnesty International, ha detto che è ''perfetta'' la scelta del regime di liberarla ''quando non rappresenta più una minaccia elettorale per loro'', i militari. Nonostante gli appelli internazionali per un suo rilascio, Zawacki ritiene che una decisione in tale direzione sarà presa solo se il generale Than Shwe crederà che sia nei suoi interessi. ''Non credo la libereranno senza condizioni'', ha proseguito Zawacki. E se queste condizioni saranno violate, Suu Kyi sara' nuovamente arrestata.
Se la leader dell'Lnd sarà davvero rilasciata domani, una delle sue prime azioni sarà contestare la legittimità delle elezioni, ha detto Zarni. Inoltre incontrerà i leader del suo partito e ''ha già chiarito in modo categorico che non accetterà condizioni. Quindi non uscirà dalla sua casa se ci saranno condizioni'', ha proseguito l'esperto. Tra le limitazioni possibili ci potrebbero essere restrizioni nei trasferimenti, negli incontri e nelle sue dichiarazioni. Per questo, lei ha già detto di volere un account su Twitter attraverso il quale comunicare con i giovani di Myanmar, ha detto Zarni.
Gli avvocati di Suu Kyi restano comunque scettici circa il suo imminente rilascio. ''Il regime ha ripetutamente detto di volerla liberare in diverse date negli anni e tutte le volte non l'ha rilasciata'', dichiara il suo difensore Jared Genser da Washington. "Così, ultimamente, non seguo più quello che dicono, ma solo quello che fanno'', ha aggiunto. Suu Kyi ha trascorso la maggior parte degli ultimi 20 agli arresti domiciliari e nel 1991 ha vinto il Premio Nobel per la Pace. La sua Lega Nazionale per la Democrazia ha vinto le elezioni nel 1990, ma la giunta militare, al potere dal 1962, non ha mai riconosciuto la validita' di quel risultato. Si stima che siano circa duemila i prigionieri politici nel Paese, per cui il Segretario generale dell'Onu ban ki-Moon ha chiesto la liberazione.