Si teme che il picco del colera a Haiti, con 200mila contagiati, arrivi a fine mese. Come evitarlo?
Televideo lo ha chiesto a Rosa Crestani del pool emergenze di Medici senza Frontiere a Bruxelles.
"Non siamo certi che il picco della malattia si verifichi a fine mese. Pensiamo che nel nord,dove il colera è cominciato prima, il picco ci sarà già a novembre, mentre dove la malattia è arrivata più tardi, come nella capitale e nel sud, il picco ci sarà a dicembre. Per evitare i 200 mila casi previsti dall'Onu occorre fare più in fretta tutto quello che è prevenzione".
"Medici senza frontiere sta cercando di salvare più persone possibile, ma serve più prevenzione per arginare il numero dei casi nei prossimi mesi. Per fermare la malattia e farne diminuire la durata è molto importante aumentare la prevenzione. Ciò è possibile se tutti si mettono a lavorare su più fronti".
Qual è la situazione al momento? "In certe zone, per esempio nel nord, la situazione comincia ad essere sotto controllo e vediamo una diminuzione dei casi. In altre zone,invece, c'è un' esplosione, come in alcuni quartieri di Port-au-Prince. In alcune zone del sud ci sono alcuni casi ma non stanno aumentando, quindi dipende dalle zone.
La popolazione di Haiti che ha protestato anche contro il contingente Onu ha paura di rivolgersi alle Ong e alle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite?
"La gente conosce Medici senza frontiere da anni, siamo qui da molto, le nostre strutture sono prese d'assalto, non hanno paura di noi. Sanno che stiamo facendo il possibile per aiutarli", dice Rosa Crestani di Medici senza Frontiere
"Tuttavia la popolazione ha paura perché non conosce il colera. Perciò è importante che il governo e le organizzazioni internazionali facciano opera di informazione".
"E' bene che si sappa che la dislocazione dei centri vicino ai focolai serve a salvare le persone e che il colera, se preso in tempo, si cura. Ci vogliono molte più risorse per la prevenzione e raggiungere tutta la popolazione. E' importante informare su cosa bisogna fare in presenza di sintomi, fornire indicazioni semplici per evitare che il colera si diffonda".
Quale sostegno manca, quali i risultati da ottenere per sconfiggere il colera? "Medici senza frontiere sta cercando di coprire tutte le zone colpite. Abbiamo già curato oltre 12 mila persone, inviato altri 150 operatori, aumentato il personale haitiano che lavora con noi".
"Medici senza Frontiere sta aprendo altri centri sanitari a Port-au-Prince e fuori. Diminuire la mortalità è il nostro obiettivo".
"Ciò che manca sono attività di decentramento, cioè piccoli centri che prendano subito in carico i malati; di distribuzione di acqua potabile e sapone, la cosa più facile e efficace; di gestione dei cadaveri, fonte di infezione. Noi non possiamo fare tutto".
"Bisogna che le altre organizzazioni e la comunità internazionale facciano di più e questo è quello che chiediamo. Bisogna fare di più e più in fretta".