L'Unicef, l'agenzia umanitaria per l'infanzia delle Nazioni Unite, rileva la grande quantità di bambini colpiti dalla malattia, visto che la metà della popolazione haitiana ha meno di 18 anni. Tra le principali preoccupazioni dell'organismo c'è quella di poter migliorare le condizioni igieniche e far arrivare quanto necessario ai bambini che vivono nei quartieri più poveri e periferici di Port-au-Prince.
"Migliaia di bambini sono a rischio di contagio nella capitale", è l'allarme di Save the Children che teme soprattutto per quelli che popolano i campi di sfollati.
"Dallo scorso gennaio stiamo lavorando ininterrottamente per rispondere ai bisogni delle persone colpite dal terremoto e questo è servito finora anche come barriera per il colera, ora la presenza della malattia nella capitale complica una situazione già molto precaria", dice Gary Shaye, direttore di Save the Children ad Haiti.
"Tutti gli ospedali di Port-au-Prince sono sommersi dai pazienti", dice Stefano Zannini, capo missione di Medici senza Frontiere. "Siamo molto preoccupati per lo spazio a disposizione. Se il numero dei malati continua ad aumentare a questi livelli, dovremmo utilizzare spazi pubblici e se necessario le strade".
La paura per una malattia che non si conosce e l'esasperazione rischia di infuocare il clima tra i caschi blu e la popolazione locale a pochi giorni dalle elezioni presidenziali e legislative del 28 novembre.
Migliaia di persone, scatenando la caccia all'untore, hanno attaccato la sede della missione delle Nazioni Unite, Minustah, a Cap Haitien, seconda città del Paese.
Alla base delle proteste,che hanno causato alcune vittime, l'accusa rivolta al contingente Onu di aver favorito il diffondersi del colera dopo il contagio di un casco blu nepalese.
Resta caotica la situazione a Cap Haitien teatro delle manifestazioni contro le forze delle Nazioni Unite, dove le violenze secondo la Cnn ostacolano e in alcuni casi bloccano il flusso di aiuti per fronteggiare l'emergenza.
I dimostranti hanno eretto barricate e incendiato pneumatici nelle strade del- la città, chiedendo la partenza dei caschi blu e una migliore gestione dell' epidemia. Aggredito anche un team di volontari appartenenti a una organizzazione cristiana,che sono rimasti illesi
Incidenti anche a Hinche, nel centro del Paese,dove i manifestanti hanno tirato pietre ai caschi blu.