L’opera di svelamento al pubblico, in particolare a quello della sua città natale, dell’eredità felliniana, acquisita e conservata dalla Fondazione Federico Fellini, prosegue con l’esposizione, per la prima volta in assoluto, della biblioteca del Maestro.
Dopo “Fellini Oniricon”, è la volta della ricca raccolta di opere librarie (circa duemila) che Fellini conservava nella casa di via Margutta, sua ultima dimora romana. Se pur non così intimi come possono essere i sogni, anche i libri posseduti da un genio sono rivelatori di tratti salienti della sua personalità, degli orientamenti psicologici, delle sue predilezioni estetiche e delle inclinazioni intellettuali. La Biblioteca, nel suo complesso, può essere, a saperla analizzare, una fonte eccezionale per l’interpretazione filologica-critica dell’opera del Maestro.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo, con una vivace presentazione di Tullio Kezich, nel quale, oltre alla schedatura scientifica di tutti i libri della biblioteca, appare un saggio interpretativo dovuto a Oriana Maroni. Completano l’opera alcune interessanti testimonianze, dovute a amici e collaboratori che con Fellini hanno avuto grande consuetudine, tese ad evidenziare il rapporto autentico che il grande riminese intratteneva con i libri.
G.C.
Foto Rai Teche