di Federica Marino
Tre tempi per un solo luogo: MEXICO, che non è il Messico geopolitico, ma uno spaccato di suoi aspetti attraverso la storia e i linguaggi. Fa da nucleo a MEXICO la mostra “Teotihuacan - La città degli dei”, che Eretta intorno al II secolo da una civiltà ancora sconosciuta, precedente a quella azteca, Teotihuacan fiorisce nell’arco di 500 anni, per scomparire devastata da un incendio. A lungo dimenticata, viene riscoperta tra il XIV e il XV secolo dagli Aztechi, che vedendone le maestose rovine vi collocano il loro mito di creazione e le danno il nome. Come si chiamasse prima, non lo sappiamo, come ignoriamo da chi fosse governata e quale lingua vi si parlasse. Gli archeologi la studiano da anni e sono riusciti a ricostruirne la struttura sociale,osservandone l’architettura e i numerosi oggetti quotidiani e rituali.Nata dalla fusione di villaggi contadini, Teotihuacan diventa uno stato sovrano, in cui la guerra è funzionale al mantenimento del benessere raggiunto con l’estrazione e il commercio di materie prime, ossidiana per le armi e argilla per gli utensili. Le lunghe processioni di sacerdoti, guerrieri e commercianti, scolpite sugli edifici della città raccontano di viaggi e missioni diplomatiche in tutta la Mesoamerica, per mantenere e rinsaldare il potere costruito attraverso gli scambi commerciali.
C’è poi la dimensione religiosa: con un tratto comune alle civiltà che seguiranno, anche a Teotihuacan sono convinti che il sangue –anche umano – serva a ringraziare gli dei e la natura per i doni ricevuti (acqua, animali, piante e fonti di sostentamento) e a placarne l’ira possibile al momento di alterare l’ordine naturale, ad esempio con un nuovo edificio. In ognuna delle sette fasi di costruzione della Piramide della Luna sono stati scoperti corpi in posizione sacrificale, con centinaia di statuette, quasi ad aumentare il numero delle offerti alla divinità. Dio della Pioggia e Serpente Piumato le divinità principali – e comuni al pantheon mesoamericano – mentre si ipotizza anche un culto della Dea Madre legato ai cicli agricoli.
Infine la struttura urbana: pianta a scacchiera intorno all’incrocio tra il Viale dei Morti e il Viale Est-Ovest, Teotihuacan ha grandi edifici dipinti, scolpiti e decorati e abitazioni per famiglie estese dove le stanze che si affacciano sul patio centrale sono riservate al signore e ai suoi, mentre ad attendenti e collaboratori, fornitori e artigiani sono destinate abitazioni più piccole e via via più decentrate. Un ciclo di incontri settimanali e i laboratori didattici MEXcoliamoci si aggiungono alla mostra, in programma fino al 27 febbraio 2011.Stessa data di chiusura per “Remix”, la monografica dedicata all’artista Carlos Amorales. Sei grandi installazioni realizzate tra il 2005 e il 2010 si incontrano e rimescolano, come il titolo della mostra, contaminandosi e citandosi a vicenda, quasi inseguendosi lungo le sale che le ospitano. Tutte le opere escono dall’Archivo Liquido che Morales ha avviato a fine anni Novanta, un contenitore virtuale in continua espansione di immagini rielaborate e messe a disposizione di altri possibili fruitori.
Tanto è “liquido” l’Archivio di Amorales, quanto sembrano fissate e immutabili le centosettantanove fotografie della mostra “Immagini di una rivoluzione”. Duplice il livello di lettura: sulla linea cronologica degli eventi del decennio 1910-1920, alla testimonianza storica dei fatti raffigurati si aggiunge l’interpretazione estetica del fotografo, osservatore diretto e partecipe, se non parziale. Nove sezioni tematiche e due di approfondimento presentano fatti e protagonisti della Rivoluzione messicana. Davanti all’obiettivo, Madero, Orozco, Villa e Zapata sono le icone; dietro la macchina fotografica ci sono i reporter, protagonisti quanto i loro soggetti, veri e propri narratori per immagini d’inizio Novecento. Immagini in movimento sono invece quelle di Cinemexico, la rassegna dedicata al cinema messicano anni Quaranta.
MEXICO
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Teotihuacan – La città degli dei
Fino al 27 febbraio 2011
Carlos Amorales- Remix
Fino al 27 febbraio 2011
Immagini di una rivoluzione
Fino al 9 gennaio 2011
Cinemexico, l’epoca d’oro del cinema messicano
Dal 20 gennaio al 13 febbraio