di Mauro Caputi
Il verdetto di Parma favorisce la fuga del Milan. I rossoneri liquidano di misura la Fiorentina nell’anticipo del sabato con un’invenzione di Ibrahimovic e almeno tre paratissime di Abbiati e si godono il pareggio della Lazio al ‘Tardini’ che porta a tre le lunghezze di vantaggio della capolista. L’1-1 di Parma matura nel primo tempo con due colpi di testa. Il primo è di Crespo al 23’. Il secondo è al 3’ di recupero del primo tempo ed è condiviso da Floccari e Antonelli, che inganna il proprio portiere. Crespo è ispirato e i compagni lo cercano, Mirante (col Parma in vantaggio) è impreciso su Hernanes e Zarate lo grazia. Folate da una parte e dall’altra nella ripresa, con Zarate che impegna Mirante dalla distanza, Zaccardo che è sempre un pericolo nell’area avversaria sui calci da fermo e Liechtsteiner che, in contropiede, gioca male il possibile match-ball per i capitolini. Il pareggio, comunque, è giusto.
A Verona c’è la sorpresa, con l’Inter che trova la terza sconfitta in campionato. Vince 2-1 il Chievo che si avvale subito dell’opera del ritrovato Pellissier. L’aostano rientra dopo tre turni (con i gialloblù a secco di gol) e al 29’ si mangia Santon sullo stacco e indirizza di testa in rete il cross di Frey. I nerazzurri, in precedenza, avevano preso un palo con Pandev, che aveva saltato Sorrentino. Dopo il vantaggio clivense stupisce la mancanza di reazione interista. Pellissier è ancora protagonista, poi è la volta di Thereau. Entrambi sono stoppati da Lucio. Eto’o è protagonista di un brutto gesto, una testata al petto a palla lontana, ai danni di Cesar. L’arbitro Rocchi non vede, le telecamere catturano il momento ed evidenziano le similitudini al caso Zidane-Materazzi, ormai consegnato alla storia. Nella ripresa Sorrentino è chiamato pericolosamente in causa da Stankovic. Ma è quasi un episodio in mezzo alle folate clivensi che si concretizzano col contropiede di Rigoni che serve a Moscardelli il raddoppio all’82’. La serpentina di Eto’o (capocannoniere a quota 9) che al 92’ porta al definitivo 2-1 è di poca consolazione per i nerazzurri, ora a -9 dai cugini.
Lazio e Inter sono scese in campo già sapendo della vittoria della Juventus 2-0 a Marassi a spese del Genoa nella gara dell’ora di pranzo. Per la gestione Ballardini c’è la prima sconfitta dopo due vittorie. Per i bianconeri il rientro di Krasic si fa sentire: sgroppate sulla fascia, dribbling e anche un gol, il secondo, al 23’ dopo aver saltato Criscito. Gli ospiti erano in vantaggio dal 18’, quando una conclusione di Marchisio, deviata da un difensore, aveva ingannato uno sfortunato Eduardo che aveva rimpallato la sfera nella sua porta. Genoa un po’ frastornato, ma nient’affatto arrendevole. Criscito prende la traversa subito dopo il 2-0. Poi ancora Krasic semina il panico e serve a Iaquinta la girata del terzo gol: fuori di un soffio. Nella ripresa Juve remissiva e Genoa padrone del campo. Destro e Toni ci provano più volte, la difesa bianconera trema ma non cede. Nel finale Marchisio sciupa un contropiede e Kharja colpisce di nuovo, per il Genoa, la traversa.
Il terzo posto (a 5 punti dal Milan) però se lo riprende il Napoli, che nel posticipo al ‘San Paolo’ stende 4-1 il Bologna, in sgargiante tenuta gialla. La squadra di Mazzarri torna davanti a Juventus e Roma (che ha vinto 2-0 contro l’Udinese nell’anticipo del sabato pomeriggio). Avvio bruciante dei partenopei che al 3’ sono già in vantaggio: Maggio incorna in rete un calcio d’angolo dalla destra. La squadra di Malesani accusa il colpo. Al 37’ il Napoli raddoppia, con un tiro di Hamsik deviato da Garics a ingannare Viviano. Come nel primo tempo, l’avvio di ripresa è fatale al Bologna: ancora da azione d’angolo Hamsik (che con la doppietta sale a quota 5 reti) segna tutto solo sul secondo palo, dopo tocco di Pazienza. L’ingresso di Meggiorini dà una scossa ai felsinei; la punta accorcia le distanze con un bel colpo di testa (68’) ma Cavani spenge subito dopo le speranze di rimonta: al 74’ chiude con un sinistro a incrociare sul secondo palo un cross da sinistra di Sosa (per il bomber uruguaiano, la testa della classifica marcatori con 9 reti come Eto’o).
Continua l’ascesa del Palermo, che aggancia l’Inter a quota 20. A Cesena i rosanero s’impongono 2-1 con Ilicic che apre le danze all’11’ intervenendo di tacco al volo su cross di Balzaretti. Monologo palermitano, con lampo dei romagnoli sull’asse Giaccherini-Nagatomo: il giapponese serve benissimo Bogdani che fa 1-1 al 24’. Sirigu salva i suoi su Appiah, dimenticato dalla difesa. A inizio ripresa, 51’, Miccoli riporta avanti il Palermo intervenendo alla grande su cross di Cassani. Il Cesena ha la sua grande chance con Parolo, ma Sirigu dice ancora di no, poi la squadra di Delio Rossi controlla agevolmente.
La cura Donadoni fa subito bene al Cagliari, che vince 2-1 in trasferta a Brescia. Per i lombardi seconda sconfitta consecutiva dopo i pareggi con Inter e Juve che sembravano rilanciarne il campionato. E sì che le ‘Rondinelle’ erano passate in vantaggio col rigore di Caracciolo (fallo di Biondini sullo stesso ‘Airone’) al 20’. Nel primo tempo la supremazia del Brescia è evidente, ma non porta a un arrotondamento del risultato. Il Cagliari ha pazienza e fa sfogare i padroni di casa. Poi capovolge la partita in tre minuti. Al 63’ Cossu trova Matri in profondità per il pareggio in un’azione in contropiede partita da corner per il Brescia. Al 66’ Conti realizza direttamente su una punizione da 30 metri. L’uno-due annichilisce il Brescia. Entra Diamanti, ma la scossa, complice la stanchezza per il campo pesante, non arriva.
Successo esterno anche per la Sampdoria, che espugna 3-2 Lecce con una tripletta di Pazzini (arrivato in Puglia con un solo gol nello score). La generosità non salva i salentini che vanno sotto all’8’ con la girata della punta doriana e si ritrovano in dieci al 38’ per il rosso a Chevanton: l’uruguaiano protesta per un presunto contatto in area, poi si fa 50 metri per inseguire e fare un fallo inutile su un avversario. Un paio di minuti dopo rigore per la Samp (fallo su Marilungo) trasformato da Pazzini. Sembra finita. Invece al 72’ Di Michele inventa un controllo che gli consente di saltare la difesa e accorciare le distanze. La rimonta leccese si concretizza all’83’ con la zuccata di Diamoutene servito da Fabiano. Doccia ghiacciata all’88’, con Pazzini che riceve su un tentativo maldestro di fuorigioco della difesa e chiude i conti.
In coda alla classifica resta il Bari, sempre più nel vortice della crisi. Alla truppa di Ventura non ne va bene una. Il Catania al ‘Massimino’ s’impone 1-0 tenendo sempre il controllo del gioco, ma impegnando raramente Gillet. Al 78’ Maxi Lopez si fa espellere per una serie reiterata di proteste che non possono non catturare l’attenzione dell’arbitro Russo. Gli etnei in dieci riescono a realizzare ciò che non avevano fatto in undici: all’82’ cross su punizione di Llama e incornata di Terlizzi, non nuovo quest’anno a questo tipo d’imprese. A nulla vale il forcing finale del Bari.