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Studenti e Governo: posizioni a confronto

Tra i ragazzi c'è chi protesta e chi no, chi dà credito alle aperture del ministro Gelmini e chi sceglie la piazza 296_gelmini_studenti

Gli studenti, nonostante le aperture riconosciute al ministro della funzione Pubblica Mariastella Gelmini, contestano i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che vengono di fatto confermati e il tentativo di privatizzare le formazione, che, a loro avviso, deve restare pubblica. "Non pagheremo noi la vostra crisi" è lo slogan del movimento che denuncia come i tagli indiscriminati sottraggano risorse alla ricerca, riducano il personale docente e amministrativo, facendo di fatto perdere qualità e competitività agli atenei, e sanciscano la definitiva emarginazione dell'Università dalla vita pubblica del Paese.

Il governo per contro denuncia troppi sprechi negli Atenei,  bilanci spesso poco trasparenti e corsi di laurea con pochissimi iscritti." La gestione allegra del denaro pubblico è finita"- ricorda  il ministro Gelmini, che sottolinea come in Italia ci sono 5.500 corsi di laurea (37 dei quali con un solo studente ), 327 facoltà che non superano i 15 iscritti  e 320 sedi distaccate per 94 atenei. "Nonostante ciò- afferma- produciamo meno laureati del Cile. Ma si è detta anche disponibile a procedere a tappe e senza forzature, ascoltando gli attori per una riforma condivisa.

"Sono solo contentini" ci dice Luciano, studente di lettere e filosofia a Roma Tre "L'intento è quello di spaccare il movimento, ma non ci riusciranno. Dopo le finte aperture della Gelmini molti docenti e ricercatori che erano in prima fila a sostenerci, si sono defilati. Chiedono una pausa di riflessione. Noi studenti mettiamo in discussione anche il concetto di università virtuose. Le università hanno problemi concreti e strutturali che si risolvono con chi queste realtà le vive in prima persona. Non c'è mai stato un confronto con noi studenti. Per questo scendiamo in piazza. Subito dopo il 15 e il 16, circa quattromila delegati degli atenei italiani in mobilitazione parteciperanno all' assemblea plenaria dell'Onda alla Sapienza, per approvare un Manifesto di autoriforma dell'università.

“Questa riforma non migliora’ nulla-ci dice Noemi,studentessa di fisica alla Sapienza e portavoce del movimento- tagliare indiscriminatamente i fondi ad una istituzione già abbondantemente sotto finanziata significa operare una politica di mortificazione dell’università pubblica. E irrita ancora di più il modo: tramite decreto, che si adotta solo in ‘casi straordinari di necessità e urgenza’, senza un minimo confronto con le parti interessate, e soprattutto inserendo il provvedimento in una legge di bilancio, che non può essere eventualmente sottoposta al giudizio degli elettori mediante referendum".

Diversa la posizione di Azione universitaria, che si prepara a boicottare lo sciopero. Nelle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche del 2008 a Roma Tre, Au è la prima in lista.

"Chiederemo agli studenti di non aderire alla manifestazione - ci comunica Stefano Pacetti, studente di Scienze Politiche a Roma Tre e rappresentante di Au,- Il decreto 180 anche se non da' risposte del tutto sufficienti viene incontro alle nostre richieste , valorizzazione degli atenei virtuosi e riduzione del turn over, e poi, la decisione di adottare criteri di valutazione nazionali per le commissioni darà un bello schiaffo al baronato che impera nei nostri Atenei".

Ma è solo un'apertura di credito che dovrà essere vagliata: "Il Dl tocca solo il 10% dei problemi dell'università- ci ricorda Andrea Volpi, Consigliere nazionale Cnsu, corrente a cui fanno riferimento i giovani di Forza Italia, Udc e An,- vogliamo dare credito alle aperture del ministro Gelmini, ma se dovessero essere confermati i tagli per il 2010, scenderemo in piazza anche noi".