La procura della Repubblica di Taranto ha emesso un decreto di sequestro su tutto il territorio nazionale delle copie dei documenti cartacei e i file audio e video inerenti all'omicidio di Sarah Scazzi. Il provvedimento e' stato firmato dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto procuratore Maurizio Carbone. Il decreto di sequestro e' motivato con la pubblicazione e la messa in onda dei documenti da mass media. Il reato ipotizzato e' quello indicato nell'articolo 684 del codice penale, ovvero la ''pubblicazione arbitraria integrale di atti e documenti di un procedimento penale''.
Nel decreto di sequestro i pubblici ministeri rilevano che i video ''sono documenti relativi a procedimento penale ancora nella fase delle indagini preliminari'' e che quindi, anche se non piu' coperti da segreto perche' depositati alla cancelleria del Tribunale e messi a disposizione delle parti interessate, ''non possono essere pubblicati ne' in forma integrale ne' parziale, ai sensi dell'articolo 114 comma due del codice di procedura penale''.
Nello stesso provvedimento si sottolinea che l'omicidio di Sarah ha avuto una risonanza mediatica ''che ha valicato i limiti del legittimo esercizio del diritto di cronaca'' e che sono stati pubblicati in numerose trasmissioni televisive e tg anche nazionali documenti audio e video del procedimento penale ''in evidente violazione'' dello stesso articolo 114 del codice di procedura penale.
GIORNO DOPO IL DELITTO COSIMA ERA VICINA AL POZZO - Il giorno dopo la scomparsa di Sarah Scazzi, il 27 agosto scorso, tra le 10 e le 11 del mattino, Cosima Serrano telefono' per tre volte alla figlia Valentina (che vive a Roma): in tutte e tre le occasioni (e solo in quel giorno), il suo cellulare aggancio' la cella telefonica 40035 che copre le campagne in localita' 'Mosca', dove si trova il pozzo il cui fu nascosto il giorno prima il cadavere della quindicenne.
Lo scrive 'La Gazzetta del Mezzogiorno'. Il quotidiano ricorda che la stessa cella aggancio' il cellulare di Michele Miseri, marito di Cosima, il 26 agosto (tra le 15:00 e le 15:30) mentre l'uomo nascondeva il cadavere di Sarah nel pozzo. Misseri per due volte parlo' al telefono (prima con Sabrina e poi con la moglie) e in tutti e due i casi la cella agganciata fu la 40035.
Secondo gli investigatori, Cosima Misseri - riporta il quotidiano - non si trovava in contrada Mosca per motivi lavorativi perche' aveva lasciato Avetrana alle 10 del mattino, mentre quando si reca al lavoro esce da casa all'alba.